L'esito inevitabile e tragico per tutti della cosiddetta «giustizia fai-da-te»
sabato 24 luglio 2021

Caro direttore,
anch’io, come forse molti altri, sto seguendo la vicenda del giovane marocchino trentanovenne ucciso a Voghera e ho deciso di scrivere, non nascondendo una certa indignazione. Infatti sono rimasto esterrefatto all’udire che un uomo, seppur personaggio pubblico e titolare di porto d’armi, giri con una pistola carica e con colpo in canna: è Far West! Fatti come questo non devono accadere da nessuna parte; se una persona è affetta da patologie psichiatriche, va curata nelle apposite strutture sanitarie e non uccisa! Ho ascoltato attentamente l’intervista alla sorella e accolgo pienamente il suo sfogo: dov’è la legge? Dov’è la civiltà di cui il nostro Paese va fiero? Speriamo davvero che tale episodio sia l’ultimo e che sia fatta piena luce su quanto accaduto; comunque tutte le forze politiche dovrebbero condannare l’omicidio e prendere le distanze da chi ha sparato. Sono triste e prego per colui che è morto, sperando che l’Italia non diventi uno Stato in cui ognuno si fa giustizia da sé. Con affetto e stima per il vostro lavoro.

Giorgio

Gentile direttore,
penso che colui che ha sparato, uccidendolo, al residente marocchino di Voghera sia indifendibile. La vita va sempre preservata. La politica insulsa non può trovare posto nella legalità. Confidiamo che la giustizia faccia davvero il suo corso. Perché è ora che si dica basta a chi vuole a tutti i costi farsi giustizia da sé! Anche qui, come sul fonte della riaperture indiscriminate e senza precauzioni: ne va del bene comune e della salute di un popolo.

Sergio Bazerla

L’uccisione a Voghera di un uomo disarmato e mentalmente fragile da parte di una persona che girava armata e con il colpo in canna è, gentili e cari amici, l’esito inevitabile e tragico della spinte verso la «giustizia fai-da-te» e dell’isteria degli slogan per cui «chi spara ha sempre ragioni per farlo». Si imbracciano, così, armi e una bandiera politica incivile e irresponsabile, come ho scritto e detto molte volte in questi anni. È una propaganda criminogena, non un servizio alla vera legalità e alla sicurezza di tutti. L’uso delle armi (formato e sorvegliato) va riservato alle Forze dell’ordine. Chi ancora tarda ad aprire gli occhi e ha responsabilità e potere, si decida a cambiare

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI