martedì 7 settembre 2010
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Caro direttore,l’Italia è un Paese di vecchi, ma non è un Paese per vecchi. A parte i casi, sempre più frequenti, di anziani assassinati da figli, nipoti, amici, badanti, vi è assoluta mancanza di rispetto. Non ci sono locali per anziani che ancora non abbiano appesa la vita al chiodo. Si dimentica troppo spesso che se l’Italia, bene o male, è tra i primi Paesi industrializzati al mondo, lo si deve all’inventiva e al duro lavoro di chi oggi ha un età intorno ai 70 anni. I problemi di sicurezza, sui quali si fa della retorica intessuta di psicologismo – sostenendo che si tratta di paure ingiustificate – sono reali. Ogni giorno la cronaca è ricca di episodi criminali, impensabili anche solo 30 anni fa. Certo, non sono coinvolti solo anziani, anche perché questi si chiudono prudentemente in casa, condannati agli arresti domiciliari come i delinquenti, ma "a vita". Politici, giornalisti, preti, dovrebbero visitare davvero le case di riposo, vedere come vivono gli ospiti, se si può dire vita la loro... Ultimamente sono state ridotte le risorse. Un malato di Alzheimer percepisce un contributo di 400 euro, uniti a pensione da fame, non sufficienti a pagare la retta di un casa di riposo, meno che mai una badante. Ci sono persone che invocano addirittura la morte, quando non soffrono e tacciono. Questa è la realtà dell’Italia del solidarismo esotico e della retorica sul buonismo.

Giovanni Paracchi

Capisco la sua amarezza e il suo allarme, signor Paracchi. Ma, se ci segue, sa che noi di Avvenire non teniamo affatto chiusi gli occhi sulla questione (e sui problemi pratici) della tarda età nel nostro Paese. Quanto alle categorie da chiamare in causa per eccesso di distrazione mi pare piuttosto ingeneroso, oltre che sorprendente, mettere in primo piano anche "i preti". La missione dei sacerdoti, dei religiosi e delle religiose non è quella degli assistenti sociali, ma là dove c’è dolore e solitudine, là dove c’è urgenza di speranza e prove di bontà, gli uomini e le donne di Dio ci sono sempre. E con loro tantissimi volontari laici. Gli italiani lo sanno e, soprattutto nei "deserti metropolitani", lo sperimentano.
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