giovedì 20 marzo 2014
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Caro direttore,
torno sulla questione delle infrazioni europee dell’Italia, tema che – come lei sa bene – mi è caro e che dovrebbe essere caro a tutti coloro che amano il nostro Paese e sul quale avrei qualcosa da dire al nuovo sottosegretario agli Affari Europei, Sandro Gozi. Martedì scorso, 18 marzo, al termine del Consiglio Affari generali dell’Ue, l’onorevole Gozi si è dichiarato «molto preoccupato per il fatto che le infrazioni italiane siano aumentate passando da un centinaio a 120 circa, e perché ne avremo ancora un paio di decine nei prossimi mesi». Beh, meno male che anche nel Governo Renzi qualcuno si è accorto del problema delle troppe procedure d’infrazione Ue contro l’Italia (siamo il primo Paese europeo in questo campo). Io, nel mio piccolo, lo vado dicendo da tempo (e continuo a scriverlo, anche ai giornali) che se si continua così, si passa il tetto delle 200 infrazioni Ue... Già ora sono tantissime, mi chiedo cosa racconteremo alla Commissione europea, quando il 1° Luglio 2014 inizierà il semestre di presidenza italiana nel Consiglio dell’Unione Europea. Sinceramente, però, non capisco perché il sottosegretario Gozi abbia anche polemizzato con l’ottimo ex ministro agli Affari Europei Enzo Moavero Milanesi. Se le procedure d’infrazione non sono calate non è di certo colpa del ministro Moavero. Anzi, va detto che senza di lui sarebbero molte di più. Moavero si è impegnato tantissimo perché si riducessero drasticamente. Il Governo Renzi faccia lo stesso e si impegni perché venga approvato quanto prima il disegno di legge di delegazione europea 2013 e il disegno di legge europea 2013 bis, che permettono il recepimento di diverse direttive europee, altrimenti le procedure d’infrazione sono destinate, purtroppo, ad aumentare drasticamente.
Marco Bazzoni, Firenze Operaio metalmeccanico e rappresentante dei lavoratori per la sicurezza
Sono pienamente d’accordo con lei, caro signor Bazzoni. Sia sull’importanza di archiviare definitivamente la stagione del tutt’altro che lusinghiero primato italiano in fatto di euro-infrazioni, sia sulla necessità di evitare polemiche ingenerose e inutili. A onor del vero, bisogna infatti dire che la decisa azione di un uomo di grande competenza come l’allora ministro Enzo Moavero Milanesi durante il governo "tecnico" di Mario Monti portò a un forte calo del totale delle infrazioni italiane. In quei mesi, grazie all’influenza costante e "paritaria" che venne esercitata da Moavero stesso sui suoi colleghi ministri, i procedimenti scesero da 170 a 100. Con il governo di larga intesa e di nuovo "politico" di Enrico Letta le infrazioni sono invece tornate a salire di un paio di decine, a mio giudizio anche e soprattutto per la maggiore difficoltà di interlocuzione tra il ministro "tecnico" Moavero e i colleghi "politici". E ciò nonostante la guida di un premier di valore come Letta, assai attento anche al tema infrazioni e profondo conoscitore della Ue e dei vizi e delle virtù dell’Italia nel contesto europeo. Stimolato dalla sua lettera, caro e gentile amico, mi pare importante ricordare tutto questo, perché la formazione di un governo ancora più "politico" come quello di Matteo Renzi è accompagnata dalla determinazione a calcare la scena europea a testa alta, presentandosi all’appuntamento del 1° luglio – data di inizio del semestre di presidenza italiana dell’Unione – con le «carte in regola». Ecco perché considero anch’io giusta la preoccupazione (e non la polemica ad personam, se polemica ad personam voleva essere) del sottosegretario agli Affari europei Gozi e penso che il suo ruolo di coordinamento, di vigilanza e di "persuasione" debba poter essere esercitato con giudizio e in modo saldo ed efficace. Renzi ha scelto di non schierare più un ministro su questo fronte, ma un sottosegretario alla Presidenza che, dunque, non ha il "rango" dei ministri suoi interlocutori, e tuttavia agisce su delega e a strettissimo contatto con il presidente del Consiglio.Può essere interpretato come una ripresa d’ impegno, in modo nuovo, nella buona direzione anche sul fronte infrazioni. Speriamolo, ce n’è bisogno. Proprio ieri il commissario europeo Antonio Tajani lo ha rammentato a tutti, segnalando che rischiamo l’apertura di ben due procedure sull’annosa e scottante questione dei debiti della Pubblica amministrazione con i propri fornitori di beni e servizi. Il governo Renzi considera, a ragione, la chiusura di questa incresciosa vicenda una grande priorità. Possiamo ben dire che lo è due volte: in Italia per le risorse da restituire al mondo delle imprese e del lavoro, in Europa per la credibilità che vogliamo recuperare e tenerci cara.
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