venerdì 6 marzo 2020
Abbiamo ritenuto doveroso, come Ucoii, ringraziare papa Francesco per aver denunciato la drammatica situazione umanitaria in Siria
L'immagine choc di un bimbo ferito durante i bombardamenti su Idlib, Siria

L'immagine choc di un bimbo ferito durante i bombardamenti su Idlib, Siria - Afp

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«Avvertiamo l’urgenza di manifestare la nostra gratitudine a papa Francesco e dimostrare al mondo che il suo appello per questa umanità abbandonata e tradita non è caduto nel vuoto. Questi nostri fratelli e sorelle di Idlib non possono essere dimenticati. Perciò domenica 8 marzo, un gruppo di noi alle 12, nel pieno rispetto di ogni misura di sicurezza, sarà in piazza San Pietro alla recita dell’Angelus». Si conclude così l’appello – lanciato da Associazione Giornalisti amici di padre Dall’Oglio, Amnesty International Italia, Caritas Italiana, Centro Astalli, Comunità di Sant’Egidio, Coordinamento dei Siriani Liberi di Milano, Focsiv, Siria Libera e Democratica, Ucoii e da illustri personalità – pubblicato ieri su "Avvenire" con l’invito rilanciato dal direttore Tarquinio, per chi non potrà esserci, a esporre una luce o a seguire la preghiera in tv.

Gentile direttore,

abbiamo ritenuto doveroso, come Ucoii, ringraziare papa Francesco per aver denunciato la drammatica situazione umanitaria in Siria. Il popolo siriano si trova da nove lunghi anni sottoposto a una durissima repressione da parte di un regime dittatoriale che ha represso nel sangue le manifestazioni pacifiche che hanno portato moltissimi cittadini di quel Paese a scendere in piazza per manifestare pacificamente a partire dal marzo 2011 per chiedere l’avvio di un processo di democratizzazione. La situazione con il passare degli anni e il subentrare di interessi geopolitici di vari attori è diventata sempre più complessa. A pagare il prezzo più alto, come in tutti i conflitti armati, è la popolazione civile che si ritrova da mesi stretta nella morsa delle armi e del clima, costretta ad abbandonare le proprie case per sfuggire a bombardamenti indiscriminati che molto spesso prendono di mira deliberatamente scuole, ospedali e i quartieri più densamente abitati con l’obiettivo esplicito di mettere in atto una vera e propria pulizia etnica, culturale e religiosa nei confronti di chiunque sia sospettato di non appoggiare il regime.

In questi ultimi mesi, anche a causa del freddo, si sta consumando un vero e proprio genocidio nella regione di Idlib, nel nord ovest della Siria martellata quotidianamente dai bombardamenti indiscriminati messi in atto da Assad e dal suo principale alleato e omologo russo.

Riteniamo gravissimo che nessun governo europeo si sia sentito in dovere di condannare ciò che sta accadendo alle porte dell’Europa stessa, e ringraziamo il Pontefice per averlo fatto. Come comunità religiose siamo spinti anche dal nostri rispettivi credo a non rimanere indifferenti di fronte ai gravissimi crimini contro l’umanità che si stanno consumando in questi giorni. La solidarietà umana, il sostegno morale e materiale e la generosità nei confronti dei bisognosi di qualsiasi fede, l’altruismo, sono valori etici e morali importantissimi anche per noi musulmani; così come lo sono i diritti umani, in primis il diritto alla vita, nel Corano si legge infatti: «Chi uccide una persona è come se avesse ucciso tutta l’umanità e chi salva la vita di una persona è come se avesse salvato tutta l’umanità». Per questo l’8 marzo parteciperemo insieme a tante persone di buona volontà a Roma all’iniziativa «Per i dimenticati di Idlib» a piazza San Pietro in occasione dell’Angelus guidato dal Papa.

Presidente Ucoii

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