sabato 3 novembre 2012
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​Una settima-na fa, a casa mia, rimanemmo per tre giorni privi della segreteria del telefono fisso. In quei tre giorni la mia vita lavorativa, che si svolge prevalentemente  tra le mura domestiche, fu fortemente disturbata. E così la vita personale della famiglia. Ho verificato che mediamente ogni mezz’ora qualche operatore telefona, educatamente, presentandosi con il proprio nome, per interrogarmi sulla mia identità e propormi un prodotto. Di molti generi, ma nella maggior parte dei casi un contratto, spesso con una compagnia telefonica. Conosciamo tutti l’invadenza di tali chiamate, ma una persona abituata all’uso sistematico della segreteria telefonica, e che comunica quasi esclusivamente per email e cellulare, non ne ha vera e diretta esperienza. Tutt’al più qualche modesto produttore di vino alla domenica a pranzo, o al sabato sera in contemporanea alla partita top del campionato e della scolatura dei maccheroni. E solo quando molli la guardia, e spegni la segreteria, perché pensi che a quell’ora chiami solo un amico o la mamma.Se resti senza filtro, la frequenza delle telefonate che entrano, non richieste, a casa tua, è impressionante e molesta. Il problema è che l’agente di questa molestia è un innocente, un povero ragazzo che lotta contro la disoccupazione e l’indigenza per guadagnarsi uno stipendio precario e misero. E quanti accenti sudamericani, slavi, arabi, accanto alla prevalenza di italiani, quanta parte del mondo a noi prossimo che sta telefonando per sopravvivere… Come può una persona minimamente umana riattaccare sbuffando? Già, ma così a ogni telefonata io spiego che ringrazio il signor Andrea o la signora Marianita, che so che loro stanno lavorando, e il loro lavoro merita rispetto, ma che io non ho la minima intenzione di stare ad ascoltare la loro proposta perché ho valutato sulla scelta in merito al momento opportuno e mente fredda. E che in quel momento, mi scusi signor Andrea, sto lavorando anch’io. Questo è il tono e il tenore delle mie risposte e immagino di tanti consimili e consentanei esseri umani.Non considero del tutto puro e tanto meno simpatico chi organizza queste forme di invasione domestica, anche se la sua attività è pienamente lecita, e alla luce del sole. Anche troppo. Il terzo giorno di mancanza di segreteria, al quinto assalto, mentre l’educato Andrea si presentava (vedete che quel nome mi è rimasto impresso, come un rimorso), riattaccai, senza pronunciare una sillaba. Era la quinta interruzione al mio lavoro, mi impedivano la concentrazione. Poi, causa disagio e pentimento, la concentrazione scomparve del tutto. Ma mi è nata una riflessione: mai un Andrea o una Marianita hanno parlato alla segreteria telefonica, simultaneamente, guarda caso, piena di chiamate da ignoti che "buttano giù" alla prima sillaba di risposta. Quindi queste persone sono scientificamente addestrate a far cadere la linea appena sentono la risposta della segreteria. Quindi forse sbattendogli giù il telefono non li offendo, ma gli faccio perdere meno tempo rispetto a quando esprimo tutto il rispetto per la loro attività, la mia solidarietà e il mio totale disinteresse alla proposta.Ci sono cose infinitamente più gravi, in giro, attorno a noi. Ma a volte cose in sé non eclatanti, come questo fenomeno di molestia entro le mura domestiche, non aiutano a comprendere i problemi gravi, e affrontare le difficoltà dei mala tempora con la necessaria calma e tranquillità. E poi ricordiamo che la vera crisi, prima che economica, è culturale, spirituale. E quindi ogni fenomeno che attenti alla dimensione spirituale, non va sottovalutato.
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