Verifiche, compiti, registro elettronico: il buon senso di Valditara
mercoledì 30 aprile 2025

Dicono «finalmente», «era ora», «ha fatto bene». Certo, la circolare con cui il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha chiesto che le verifiche a scuola non siano troppo ravvicinate, e che i compiti per il giorno dopo non vengano inseriti nel registro elettronico a pomeriggio inoltrato, difficilmente riuscirà a far svanire i problemi di ansia e di stress che gravano su tanti adolescenti. E non solleverà i genitori dalla quotidiana e doverosa fatica di tranquillizzare i figli, parlare con loro, ascoltarli, ricordare che i sacrifici fanno parte del cammino di crescita, educazione e formazione, perché si diventa grandi anche così. E ovviamente non cancellerà d’un tratto la dipendenza da notifica e messaggi di diversa natura che impedisce alla ormai obliata noia di svolgere la sua funzione benefica e rigenerante.

Però diciamo che se la reazione non statisticamente rilevante dei genitori-amici interpellati, alla notizia della circolare su compiti e verifiche, restituisce un coro di «finalmente, era ora, ha fatto bene», qualcosa si comprende della validità e della sensatezza dell’iniziativa. C’è chi, in ambito sindacale, vi ha visto un’ingerenza all’autonomia degli insegnanti, e in effetti può esserlo se ogni docente – citiamo – conoscesse profondamente la propria classe e sapesse calibrare verifiche e compiti in funzione delle esigenze educative e formative degli studenti, come in effetti è nella stragrande maggioranza dei casi. Purtroppo, lo sanno i professori, e i dirigenti scolastici, bastano poche carte disposte male a far cadere il castello.

Non è questione da poco, ne avevamo scritto qualche tempo fa parlando proprio di «stress da registro elettronico», argomento sul quale si sono spesi anche pedagogisti e psicoterapeuti. Evitare la concentrazione di più verifiche in pochi giorni è esercizio di buon senso, considerare che sia possibile un coordinamento tra insegnanti non sembra ledere autonomie. Il tema del registro elettronico è più sottile, giacché lo strumento rappresenta un indubbio vantaggio tecnologico, mentre è l’abuso dell’innovazione ad averne fatto un eventuale fattore di ansia se non di dipendenza.

Quando il ministro Valditara parla di far appuntare i compiti pure sul diario cartaceo, non sta ostacolando il progresso digitale, ma semplicemente ricordando che l’autonomia dei ragazzi e delle ragazze, la capacità di organizzare ore di studio, attività, relazioni, ha migliori opportunità di formarsi se una volta usciti da scuola, la scuola ha già definito le sue richieste. La prassi, purtroppo, è spesso quella di compiti e avvisi che compaiono all’improvviso, persino voti di verifiche già consegnate in aula, comunicazioni che costringono ad accelerazioni improvvise, quanto insensate, per l’ora. Tale evoluzione sta trasformando il registro elettronico – e a quanto sembra qualcuno vorrebbe potenziare questo processo – in un nuovo e addizionale social avido di attenzione, quando in tanti stiamo cercando di insegnare ai figli a guardare un po’ di più fuori dalla finestra.

La tecnologia può essere amica, e qui sta il bello, se algoritmi e intelligenze artificiali coadiuvano nel coordinare le verifiche o fissano un orario definito per le comunicazioni digitali. Non un passo indietro, insomma, e non per contrapporre, invece per avvicinare e favorire la collaborazione tra scuola e famiglie. Piccole cose, ma finalmente.

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