A proposito dell'«effetto» dei titoli e di poltrone piene e culle vuote
sabato 31 agosto 2019

Gentile direttore,
poiché "Avvenire" ama i titoli a effetto suggerisco per questi giorni il seguente: «Le poltrone sono piene, le culle sono vuote».
don Marino Tozzi, Terra del Sole (Fc)

Veramente, gentile e caro don Marino, "Avvenire" fa titoli «non a effetto, ma che vogliono fare effetto». Puntano, cioè, a dare una spinta al lettore per capire cose e situazioni e per pensare davvero i problemi, oltre propagande e (più o meno interessate) superficialità. Soprattutto vogliamo dare una mano, per la parte che spetta a noi cronisti, a guardare e vedere le ingiustizie, perché – lo ripeto ancora una volta – è solo quando ci mettiamo gli occhi, il cuore e la testa sopra che le ingiustizie possono finire. «Fare titoli non a affetto, ma che facciano effetto» è una mia frase e ne rivendico il copyright, anche se so che si tratta di un’intenzione e di uno stile che mi precedono e che spero potranno continuare a lungo tra chi fa informazione in questo e in altri mass media, cattolici e no.
Ma vengo al contenuto della sua brillante proposta di titolo. «Poltrone piene e culle vuote» è certamente un modo per fotografare quanto è accaduto in Italia nell’ultimo quarto di secolo, con governi di centrosinistra e di centrodestra, di larga o di strana coalizione... Mentre nel nostro Paese si accentuava un’impressionante depressione della fiducia e dell’andamento demografico, mentre le relazioni fondamentali (e primariamente generative) nella vita di ognuno di noi entravano in crisi sotto una duplice pressione culturale e socio-economica, da queste pagine abbiamo incalzato tutti coloro che hanno avuto responsabilità politiche e di governo a liberare gli italiani da quella tenaglia e, come in altri Stati dell’Unione Europea, a dare una svolta positiva alle politiche per la famiglia e per il sostegno alla natalità. Inutilmente.
O meglio sempre con risposte parziali, contraddittorie, mai sviluppate in modo affidabile, cioè con coerenza e costanza a prescindere dal segno politico prevalente dei governi e delle maggioranze parlamentari che si sono via via alternati. Ognuno ha fatto qualcosina e disfatto ciò che avevano fatto gli altri, aumentando confusione e scombinando i piani delle famiglie, soprattutto di quelle più giovani o più in difficoltà. E questo nonostante le roboanti promesse sistematicamente fatte risuonare in campagna elettorale. Le questioni familiari, insomma, sono state purtroppo deliberatamente svuotate di senso e ridotte a terreno di scontro ideologico. Una vergogna, e un disastro.
Oggi siamo al cospetto di un Parlamento nel quale una stragrande maggioranza dei gruppi di deputati e senatori (dal Pd alla Lega, da Fdi al M5s) si è detto favorevole al cambio di passo che potrebbe portare finalmente almeno al varo dell’«assegno unico» per i figli che darebbe certezze, superando sperequazioni ed esclusioni (come ha ricordato sulle nostre pagine Gigi De Palo, presidente del Forum delle associazioni familiari CLICCA QUI per leggere l'articolo ). Vedremo. E vedremo se insieme e accanto a questo si darà sostanza a politiche amiche della famiglia sul piano dei servizi e per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro di madri e padri. Le «poltrone piene» non sono un problema in sé, dipende che cosa fa o non fa chi ci sta seduto sopra. Le «culle vuote» sono invece sempre un drammatico segnale di allarme e, oggi, anche la foto segnaletica di un’Italia sfiduciata, impaurita e tenuta per mano dai (falsi) profeti dell’egoismo.


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