mercoledì 15 dicembre 2010
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Caro direttore,nella sua risposta alla signora Bodrato (Forum, 11 dicembre) ha omesso un particolare tutt’altro che irrilevante: oltre a essere vescovo, san Nicola era nordafricano (e probabilmente di colore, anzi, come direbbe qualche esponente dell’attuale governo, negro). Con l’attuale politica dei respingimenti, i cui frutti si vedono oggi in modo atroce, il santo in Italia non avrebbe mai messo piede, neppure da morto come invece fu possibile secoli fa a Bari, a opera di ardimentosi commercianti pugliesi che ne recuperarono le spoglie. Cordiali saluti.

Raffaele Ferro

Non sento di aver omesso qualcosa di decisivo a proposito di san Nicola alias Babbo Natale, caro signor Ferro. Il colore della pelle di un uomo e di una donna non è un particolare che riguarda la sua anima e la sua dignità, e comunque per me è "rilevante" tanto quanto il colore degli occhi o dei capelli... E su questo vorrei essere estremamente chiaro: la pelle è ovviamente importante, è l’unico abito con cui veniamo al mondo, nulla può però dire della qualità di una persona, dei suoi doveri e dei suoi diritti. Un’altra precisazione riguardo a ciò che scrive è però opportuna: San Nicola era vescovo di Mira, in Licia (Demre, nella Turchia di oggi). Era cioè un figlio dell’Asia Minore, non del Nordafrica. Ma mi rendo conto, gentile lettore, che secondo lo schema mentale da lei polemicamente evocato (e che è purtroppo presente tra politici e cittadini di diverso e persino opposto orientamento politico) cambia poco: san Nicola era comunque "di colore". Non un "negro" come direbbe qualcuno, bensì un "mezzo negro", proprio come venivamo considerati (e definiti con sprezzo) noi italiani da certi statunitensi negli anni dell’emigrazione in massa oltre l’Atlantico... Grazie per avermi fatto dire ancora qualcosa – e neanche troppo a sproposito, visto che l’argomento di fondo è il Natale del Salvatore di tutti gli uomini – al riguardo della tragica insulsaggine del razzismo. Ricambio cordialmente i suoi saluti.
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