I mestieri attorno al Bambino e un lavoro in più per gli angeli
mercoledì 11 dicembre 2019

Nella Lettera Admirabile signum di papa Francesco si menzionano la grande messe di lavoratori (cf n. 6) che appaiono nel presepe. Sono gli artigiani che, in genere, vengono raffigurati mentre svolgono tutte le attività proprie della civiltà del loro tempo: pescivendoli, fruttivendoli, fabbri, donne che lavano i panni nel ruscello e, a volte, anche suonatori che festeggiano coi loro strumenti l’arrivo di Gesù. Nel preparare i presepi a casa nostra però, qualche pensierino dovremmo farlo, visto che la quasi assoluta maggioranza di quei lavoratori ormai sono del tutto assenti dalla nostra vita quotidiana.

«Francesco – racconta il Papa – chiamò un uomo del posto, di nome Giovanni, e ... il 25 dicembre giunsero a Greccio uomini e donne dai casolari della zona» (cf n. 2). Cioè la forza del presepe stava nell’attualizzare quanto era avvenuto 1.223 anni prima. San Francesco era appena tornato dalla Terra Santa e, avendo visto prima a Betlemme e poi a Santa Maria Maggiore, il luogo della nascita di Gesù e la mangiatoia, aveva pensato di ricreare sotto gli occhi propri e della gente una situazione simile. Lo stesso intento è stato portato avanti con i presepi dei secoli successivi. È evidente infatti che attorno alla grotta di Betlemme c’erano, oltre alla Sacra Famiglia e a degli animali, solo i pastori: non certo fabbri, pescivendoli (in un deserto!), o donne che lavano panni. Ovviamente neppure Erode poteva essere presente visto che, come ci raccontano proprio i Vangeli, se ne stava chiuso nel suo palazzo sito a Gerusalemme, non certo a Betlemme.

Se ragionassimo come san Francesco oggi forse chi dovrebbe popolare i nostri muschi, sono i driver – cioè i 'fattorini' – di Amazon, gli schiavi moderni che vedono i ritmi della loro giornata 'dettati' (eufemismo) dall’algoritmo di Jeff Bezos. Ogni mattina si trovano all’alba a prendere i pacchi da consegnare in giornata. Si tratta di circa 200 pacchi al giorno per circa 150 'stop', perché qualcuno, per una fermata, deve lasciare più di un pacco. Invece di pensare a felici ruscelli che gorgheggiano spensierati accogliendo il su e giù delle braccia della lavandaie pensiamo a questi nostri fratelli, in genere di età compresa tra i 30 e 50 anni che, come i burattini di un moderno Mangiafoco, sono governati non dai fili ma dall’algoritmo: un software che, senza tener conto degli imprevisti del traffico, traccia degli itinerari impossibili da rispettare che spesso, soprattutto nei giorni più 'caldi' come quelli prima di Natale, costringono i poveretti a finire oltre orario anche di 2/3 ore. «E come faccio ad arrivare da Termini all’Aurelia in mezz’ora? – dice uno di loro – ho un furgone mica il tappeto volante di Aladino!».

Non mi ha fatto ridere. Mi ha commosso. Perché, prendendo circa 1.250 euro al mese, lavora non so quante ore al giorno, con qualsiasi tempo, saltando la pausa pranzo, e dovendosi pagare anche le multe. Perché, ovviamente, i driver non hanno permessi né per le aree Ztl né per le corsie preferenziali. Se volessimo essere coerenti quindi, dovremmo mettere nel presepe, i lavoratori che hanno soppiantato le vecchie professioni artigianali: ovvero i fattorini di Amazon. E magari anche i robot che stanno poco per volta rubando gli ultimi posti di lavoro, agli operai umani, quelli in carne ed ossa. Il mio consiglio non sarà seguito da nessuno, e lo capisco.

Perché il mio sarebbe un Presepe da far piangere. Anche se forse ci farebbe pregare un po’ di più perché ci aiuterebbe a capire che Dio viene nella nostra vita vera e non nelle nostre fiabe. Allora però, visto che ci siamo, facciamo il proposito di mettere nei nostri presepi anche gli angeli. Tanti però. Perché ogni volta che ci arriva un pacco a casa oppure ogni volta che manderemo un regalo a casa di qualcuno, dovremo ricordarci di mandargli dietro per lo meno uno degli angeli dei nostri presepi. Che aiuti il driver a trovare parcheggio: sappiamo vero cosa significa trovare un posteggio nel centro di Roma 150 volte al giorno? Gli angeli, dunque. Sì. Tanti. Tantissimi. Che li aiutino a non diventare matti.

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