Hoser e Strada: pensieri ed eredità utili a chi crede e a chi non crede
mercoledì 18 agosto 2021

Caro direttore,
le scrivo per raccontarle un episodio che mi è capitato recentemente. Un mio amico mi ha inviato un breve messaggio con cui mi comunicava la scomparsa del vescovo Henryk Hoser. Com’è noto, papa Francesco nel 2018 aveva inviato monsignor Hoser in qualità di visitatore apostolico a carattere speciale per la parrocchia di Medjugorje, a tempo indeterminato e ad nutum Sanctae Sedis: un «incarico esclusivamente pastorale» finalizzato ad «assicurare un accompagnamento stabile e continuo della comunità parrocchiale di Medjugorje e dei fedeli che vi si recano in pellegrinaggio, le cui esigenze richiedono una peculiare attenzione». Poiché il luttuoso evento coincideva con la morte di Gino Strada, ho ritenuto opportuno rispondere al mio amico segnalandogli, a mia volta, la scomparsa del fondatore di Emergency, e accompagnando il mio messaggio con una citazione evangelica (Mt 25, 34-36). La reazione di questa persona è stata la seguente: «Solo che lui ha aperto vari telegiornali. Per monsignor Hoser non ho visto neanche un sottotitolo. Vuoi vedere che se accusavano di pedofilia un vescovo lo davano in tutti i tg? Siamo messi male. Assai». Questo commento mi sembra quantomeno improprio, ma da quanto posso personalmente riscontrare rappresenta efficacemente una mentalità molto diffusa tra alcune tipologie di credenti. Sono rimasto sconcertato. Lei che ne pensa?

Maurizio Cogliani Vietri sul Mare (Sa)

Rimango sconcertato anch’io dal commento del suo amico, caro professor Cogliani. Non si può vivere di spiate simmetrie, di risentimenti e di gelosie, e soprattutto dovrebbe essere impossibile per noi cristiani. Ciò che si riconosce a un grande medico come Gino Strada che ha speso la sua vita per curare i corpi feriti o ammalati di tutti, anche nei contesti più difficili, nulla toglie a un uomo di Dio come Henryk Hoser che ha servito con bontà e fedeltà la Chiesa e curato anime. Potrebbe essere un pensiero utile, e io me lo auguro. Per vie diverse, ma non opposte, il medico e il vescovo sono arrivati entrambi all’ultimo approdo terreno dopo un’esistenza a occhi sgombri e a braccia aperte che è la loro eredità, utile a chiunque, che creda o meno. E adesso – come sta scritto, lei e io lo sappiamo – vedono davvero chiaro, vedono «faccia a faccia».


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