«Giubileo, opportunità per gli evasori?» È vero il contrario: sia tempo di svolta
venerdì 10 giugno 2016

Gentile direttore, ho pensato a un titolo per la mia lettera: «Il Giubileo? Una opportunità di evasione fiscale». So che le sembrerà lo scherzo di un lettore un poco strano, invece io sono un cittadino molto indignato. Mi spiego: ovviamente il Giubileo è prima di tutto una ottima opportunità per ogni cristiano di riavvicinarsi a Dio, di sperimentare misericordia per ridare misericordia. Ma qui il mio scopo è altro: voglio denunciare ciò che ho sperimentato. Abito a Vinci e in questa comunità ogni anno organizziamo vari pellegrinaggi. Il 7 maggio siamo andati a Roma. Bus completo. All’ora di pranzo facciamo tappa, consueta, in un ristorante e immancabilmente la solita storia: devo insistere per avere la ricevuta fiscale o lo scontrino. Stavolta mi consegnano una pseudo ricevuta. Alla mia richiesta di un documento fiscale mi viene risposto che verrà spedito per posta. Dopo due settimane ricontatto il ristorante per avere la ricevuta. Mi viene risposto che è stata inviata per posta. A fine maggio ricevo via mail una ricevuta fiscale che appare alterata nell’importo e nella descrizione del numero dei pasti. Un documento evidentemente recuperato e riutilizzato. Cosa devo pensare? Quanti gruppi ogni giorno arrivano a Roma? Nel ristorante di cui sopra c’erano altre 80 persone. Sarebbe facile combattere l’evasione facendo girare dalle 12 alle 15 un po’ di finanzieri all’uscita dei ristoranti... Ma forse non interessa. Io come cittadino mi sento offeso da questa arrogante indifferenza; mi sento indifeso e impotente. E l’unica consolazione è sfogarmi con un giornale.

Fausto Giusti, Vinci (Fi)



Capisco la sua provocazione, gentile e caro amico, ma il Giubileo è ben altra occasione, come lei stesso dice. Anche per gli evasori fiscali, che possono cambiare testa e vita. Ma come in ogni cosa umana, ci si può e ci si deve aiutare a vicenda. E io, da molti anni, ho preso l’abitudine di dare una mano al mio Paese e a chi vuole fare la cosa giusta chiedendo sistematicamente la ricevuta fiscale (che per la verità mi viene spesso presentata spontaneamente). Comunque, non regolo i conti sino a quando non me la consegnano, al ristorante e in qualunque altra situazione. E pago praticamente sempre con moneta elettronica (e tracciabile), cioè con carta di credito o bancomat. Non è una cosa molto originale, ma funziona. E mi conferma nell’idea che è possibile un’Italia in cui tutti pagano la propria giusta quota di tasse, e proprio per questo paghiamo tutti di meno. Vorrei più serena determinazione, dal basso (di noi cittadini) e dall’alto (di chi amministra e governa), su questa strada. È la vera risposta alla sua amara indignazione, e una “cura” a portata di mano. Basta volerlo.

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