venerdì 28 settembre 2012
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Mario Monti, ieri, ha parlato soprattutto ai "signori dello spread", lanciando – in nome e per conto dell’Italia – un segnale di non remissività all’oligarchico governo-ombra di quasi tutte le economie mondiali. Nessuno pianifichi il sacco del Bel Paese, perché, dopo il voto della prossima primavera, l’Italia non sarà una "nave sanza nocchiero". Il premier in carica ha impegnato la sua credibilità, e la sua stessa disponibilità personale a nuovi incarichi «se sarà necessario», per assicurare che a Roma o ci sarà un governo politico in grado di tenere la rotta di risanamento e sviluppo o ci sarà comunque una continuità nell’azione avviata dal governo tecnico. È un passo utile, un altro servizio reso al Paese dall’uomo che il presidente Napolitano ha fatto senatore a vita e la grande crisi ha condotto di filato a Palazzo Chigi.Ma è anche un segnale forte ai partiti nel momento di massima caduta di credibilità del sistema politico. Possono e debbono fare la propria parte varando una nuova legge elettorale efficace e rispettosa dei cittadini-elettori, cioè l’esatto contrario di quella vigente. E approvando le norme tese a combattere corruzione e malcostume, a dare asciuttezza e trasparenza a istituzioni centrali e locali e a bonificare la giungla dei "soldi della politica". Risposte da dare ora, da dare subito.
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