venerdì 6 giugno 2014
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​Gentile direttore,ogni tanto leggo Avvenire e, pur con grande rispetto e stima per la Redazione e per l’Editore, trovo in molti articoli un certo velo di conservatorismo e, mi permetta, quasi di "bigottismo". Sono cattolico praticante, mi sento molto vicino ai princìpi della Chiesa ma sono un convinto assertore della "laicità dello Stato"; cosa che ritengo "sacrosanta". Sono felicemente sposato da più di venti anni e confido nell’Aiuto Divino che possa proseguire sulla strada dell’armonia e della serenità familiare. Tuttavia non posso non condividere il percorso parlamentare che mira ad abbreviare il processo del divorzio. Al di là della demagogia e delle chiacchiere da bar, quando una coppia decide di separarsi non lo fa certo a cuor leggero ma dopo aver percorso una serie di tentativi di riconciliazione. Tentare di stressare ulteriormente la coppia con lungaggini burocratiche non può che portare ad esborsi di denaro, approfittamenti illeciti di persone senza scrupoli, ad acredini maggiori fra i coniugi (specialmente, ahimè, in presenza di figli). Quindi, a mio parere, ben venga la semplificazione e la riduzione dei tempi di tutti i processi, civili e penali, ammettendo, tuttavia, che il divorzio resti sempre una grande ed inevitabile tristezza.Luigi Grasso, Maglie (Le)
Gentile direttore,martedì sera mi è capitato di vedere "Matrix" su Canale 5, perché il tema mi interessava molto: il "divorzio breve", da ottenere cioè in sei mesi. Non avevo posizioni preconcette, semmai propendevo per un sì, ma intendevo ascoltare altri pareri per farmi un’idea più chiara. Sono rimasta invece sconcertata per le aberrazioni che ho visto e sentito, sempre che qualcosa si riuscisse a sentire in quel bailamme, con un giornalista conduttore che era schiettamente parziale e pro "divorzio breve", ma senza argomentazioni che spiegassero il perché, e che lasciava urlare gli ospiti l’uno sull’altro. Ma il vero scandalo è stato il video mandato all’inizio, nel quale si diceva chiaro che l’Italia non è un Paese civile e moderno, se ancora crede nel matrimonio, che sarebbe soltanto il sogno di qualche donnetta ancora legata alla torta a più strati, al vestito di pizzo e ai regali. Questo per Canale 5 è il matrimonio? Su queste basi dunque si sarebbe dipanata poi la discussione? Non solo: la parlamentare del Pd Moretti, che ha avuto incontrastata la parola per l’80% del tempo, ha ammesso di essere avvocato divorzista e di aver lei firmato questa proposta di legge perché «altrimenti vanno a farlo in Romania con gli avvocati di lì e questa per noi è concorrenza sleale». Ero delusa e più confusa di prima. Finalmente la giornalista che il conduttore non lasciava mai parlare ha preteso la parola ed è riuscita a dire le sole cose che avessero un senso di tutta la serata: «Se in casa abbiamo un malato chiamiamo il medico o le pompe funebri?». Se il matrimonio è in crisi, vediamo di aiutare la famiglia a reggere o le spariamo un colpo alla nuca? E con cuore, finalmente, è riuscita a riportare il discorso su un piano umano, reale, vicino alla gente. Questo e non quello a cui avevo assistito in precedenza è giornalismo! E non lo è perché non aiuta a ragionare e a scegliere. La vostra giornalista non è stata arrogante né integralista, ma ferma nei concetti chiave sì e mi ha fatto pensare. Di questo vorrei dire grazie.Carla Oliviero
Caro direttore,solo poche parole per complimentarmi con la vostra collega Lucia Bellaspiga, che ho visto martedì sera tardi tra gli opinionisti alla trasmissione "Matrix" su Canale 5: per fortuna c’era lei! Si parlava di divorzio breve, ma il livello degli interventi era così scadente che davvero ci sarebbe stato da spegnere e andare a dormire. L’unica voce equilibrata è stata quella della vostra inviata, che ha sottolineato il problema irrisolto dei minori, del tutto esclusi dalla nuova legge che ora passerà al Senato, addirittura considerati "irrilevanti", ma anche ha avuto il coraggio di riproporre valori desueti come il sacrificio, che oggi pare scomparso dall’orizzonte umano: basta guardarsi in giro, vedere gli esempi "eccellenti", noti calciatori o attori che in tre anni si sposano, mettono al mondo uno o due figli e appena si invaghiscono di un’altra o un altro, se ne vanno... Sappiamo bene i danni che tutto questo sta causando a livello psicologico e di solitudine nei nostri bambini, come Bellaspiga ha ben ricordato, e insieme a lei – e ad Avvenire – ci chiediamo perché tanta fretta solo per le leggi che indeboliscono la famiglia, ma silenzio assoluto e distrazione quando si tratta di leggi che la guariscano. Infine un obbrobrio: un video ha mostrato che basta andare in Romania, mettere una firma e sei già divorziato... Non penso possa essere così, ogni Paese infatti ha le sue leggi e in Italia non possono valere quelle romene, ma in ogni caso anche qui concordo in pieno con la giornalista di Avvenire: tutti in studio si mostravano inorriditi dalla prassi usa e getta romena però la vogliono importare anche qui! Bella coerenza... Dovremmo invece essere tutti molto seri e comprendere l’urgenza: una società crolla se la famiglia non tiene, alla politica spetta allora il compito di renderla forte, facilitarne la stabilità e la coesione, con una sensibilità maggiore laddove ci siano dei minori. Ne va del futuro comune. Ma finché i dibattiti avvengono in questa maniera, con cinque persone schierate contro due (Bellaspiga e Giovanardi), che nemmeno possono parlare a sufficienza, si ingannano le persone. La ringrazio di cuore per quanto il vostro giornale sempre fa per darci la possibilità di sapere, e quindi di scegliere consapevolmente.don Rodrigo Vazquez, Roma
Caro Direttore,di solito non guardo "Matrix" e a mio giudizio la conduzione di Telese ha fatto perdere ulteriormente punti a una trasmissione per molti versi già debole... Martedì, però, durante lo zapping ho visto tra gli ospiti la sua inviata Lucia Bellaspiga e mi sono fermata... da affezionata lettrice di Avvenire sono sempre felice quando ho l’opportunità di ascoltarla o leggerla, ammiro molto la sua forza comunicativa e la determinazione con cui porta i valori che certi "mezzi di informazione" si adoperano per farci dimenticare. Personalmente condivido pienamente le opinioni e i principi che Lucia Bellaspiga ha espresso in trasmissione. Non mi sorprende che Telese le abbia dato poco la parola, il messaggio di Bellaspiga arrivava diretto, chiaro e forte, il suo linguaggio scuoteva gli animi e le menti. La famiglia in crisi è uno dei peggiori prodotti di una società in crisi e, trascinati da visioni semplicistiche e volutamente prive di qualsiasi senso etico, a farne le spese ancora una volta siamo tutti e soprattutto quelli che della famiglia sono i componenti più fragili.. Le cure come dice giustamente Bellaspiga sono altre, non certo il "divorzio breve". Con stima.Marusca BiancoCurioso come a volte i lettori che scrivono si rispondano tra di loro (e questo mi risparmi un po’ di lavoro). Detto questo, rispetto tutte le opinioni civilmente espresse, anche quelle che non condivido. E rispetto tutti i colleghi: anche stavolta è così. Luca Telese sa che apprezzo il suo piglio e, su certi temi, la sua scoperta passione. Ma i fatti sono fatti. E l’andamento della puntata di "Matrix" alla quale ha partecipato con sobria e brillante efficacia Lucia Bellaspiga è apparso anche a me quello che le lettere dei nostri lettori testimoniano con delusione e perplessità. Quanto alle argomentazioni critiche sul progetto noto come "divorzio breve" che abbiamo offerto e che continuiamo a mettere in campo, accanto alle nostre puntuali cronache, sono tutto meno che argomentazioni "bigotte". E sfido chiunque, anche lei gentile signor Grasso, a scovarne e citarne di questo tipo pescandole, in questa occasione, nelle parole che abbiamo scritto in prima pagina lo scorso 30 maggio con la profonda consapevolezza umana e giuridica di Carlo Cardia e in quelle dette in tv dalla collega Bellaspiga. Abbiamo voci serene e chiare simili a quelle degli amici lettori e spettatori che ci hanno scritto sulla vicenda, perché non siamo gente da scartoffie burocratiche e da norme astratte dalla vita vera delle famiglie e delle comunità, ma persone e giornalisti che non chiudono gli occhi su tutta la realtà e si sforzano sempre, da cristiani, di stare dalla parte dei più piccoli e dei più deboli. A cominciare dai figli. Quei figli che alcuni legislatori frettolosi considerano «irrilevanti».
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