Corridoi umanitari: in Francia anche il loro futuro è appeso al voto
mercoledì 3 maggio 2017

Gentile direttore, forse sono in ritardo sulle notizie, ma oggi, leggendo delle e-mail di qualche giorno fa, ho scoperto una segnalazione del 14 aprile, relativa alla firma di «corridoi umanitari» anche in Francia, con il coinvolgimento dello Stato, della Comunità di Sant’Egidio e, insieme, della Chiesa cattolica e delle Chiese protestanti d’Oltralpe e mi domando se un tale accordo possa avere ancora effetto dopo il periodo delle elezioni...

Claudio Conforti, Roma

Il modello italiano di «corridoi umanitari », iniziativa ecumenica a favore di vittime della guerra e della persecuzione religiosa assunta in accordo con le autorità civili, si sta rivelando contagioso. La Francia ha avviato questo canale per 500 siriani lo scorso 14 marzo. Dunque è vero, gentile signor Conforti: lei è «un po’ in ritardo sulle notizie». Tanto più che su “Avvenire” avevamo preannunciato l’iniziativa d’Oltralpe sin dal 26 gennaio di quest’anno. La cancelliera Angela Merkel, incontrando il 25 aprile Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, ha espresso forte apprezzamento per l’iniziativa italiana. Sono tra quanti sperano che l’impulso dei tre principali Paesi della Ue possa “europeizzare” pienamente i «corridoi umanitari» strappando i richiedenti asilo ai loschi affari dei trafficanti di esseri umani. È evidente, però, che anche a questo proposito la posizione futura della Francia è legata all’esito delle elezioni. È evidente, purtroppo, che in caso di vittoria di Marine Le Pen non solo questa prospettiva, ma anche questa, entrerebbe in crisi.

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