Cooperazione allo sviluppo: ripresa da mettere a punto
mercoledì 24 novembre 2021

Caro direttore,
finalmente il governo ha presentato una legge di bilancio chiara, con 219 articoli suddivisi in 16 titoli. Il titolo IX, 'Misure per la partecipazione dell’Italia all’Unione Europea e a organismi internazionali', apre con l’articolo 125 'Cooperazione allo sviluppo'. L’aumento delle risorse destinate all’Agenzia per la cooperazione allo sviluppo è definito fino al 2026, al fine di garantire certezza nella programmazione dei fondi come richiesto dalle Ong e corrisponde a 350 milioni nei cinque anni. Si tratta di un significativo impegno finanziario che permetterà alla cooperazione italiana di essere maggiormente incisiva in Paesi che sono divenuti prioritari, in particolare in Africa e nel Medio Oriente. Abbiamo proposto alle altre reti di organizzazioni di chiedere ai senatori che questi incrementi siano destinati in parte significativa a iniziative di cooperazione bilaterale a dono, anche di emergenza umanitaria, finalizzate a rafforzare i partenariati comunità con comunità, territori con territori attraverso l’azione di Ong specializzate nella cooperazione e nell’aiuto umanitario, enti di Terzo settore, delle diaspore, della finanza etica, del microcredito, imprese sociali e cooperative, fondazioni e altri soggetti senza finalità di lucro.

È una richiesta che intende valorizzare la fondamentale dimensione dei rapporti di partenariato ed evidenziare la presenza solidale e la visibilità del nostro Paese. L’articolo continua poi con commi che modificano la legge 125/2014 sulla cooperazione allo sviluppo in particolare per la parte gestita da Cassa Depositi e Prestiti, semplificando la promozione di attività di investimento e finanziamento nei mercati dei Paesi partner in sviluppo. Si va dall’autorizzazione all’incremento del fondo rotativo per lo sviluppo con nuovi fondi anche privati, all’ampliamento del suo utilizzo per imprese operanti nei Paesi partner, all’abolizione di eccessivi passaggi formali al Cics, Comitato interministeriale per la cooperazione allo sviluppo. Non si capisce però qual è la ratio che introduce modifiche alla legge 125 solo per rafforzare l’azione di cooperazione di Cdp, dimenticandone altre che da tempo sono ritenute necessarie e urgenti per il buon funzionamento della cooperazione italiana.

Abbiamo cercato di provvedere a questa lacuna proponendo ai senatori emendamenti per introdurle. La più condivisa è la necessità di una diversa programmazione delle deliberazioni sul documento triennale di programmazione e indirizzo e sulla relazione annuale delle attività svolte. La data del 31 marzo di ogni anno, fissata per entrambi senza tener conto dei diversi tempi di proiezione (triennale e annuale) e di realizzazione (metà dell’anno per la relazione annuale), ha infatti prodotto deplorevoli ritardi e senso di inefficienza. Teoricamente il Cics è il massimo organo politico deputato ad assicurare la programmazione ed il coordinamento di tutte le attività di cooperazione, multilaterali, bilaterali, dei vari ministeri ed enti territoriali, nonché la coerenza delle politiche nazionali con i fini della cooperazione allo sviluppo.

Nella realtà, non è mai riuscito a funzionare, essendosi riunito solo tre volte da quando la legge l’ha istituito nel 2014. Abbiamo quindi proposto al Senato due ipotesi alternative. La sostituzione del Cics con il Cipess, comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile che, essendo permanente, può svolgere meglio di un comitato 'occasionale' le funzioni di programmazione e coerenza delle politiche. La seconda propone l’abolizione del Cics affidando al Consiglio dei ministri l’approvazione del documento di programmazione e indirizzo e al ministro o al Comitato congiunto, organo decisionale sulle attività, le funzioni quali la presentazione del rapporto annuale e la definizione delle linee guida settoriali.

Rimangono immutate le previsioni di legge sui pareri delle Commissioni parlamentari, della Conferenza delle Regioni e del Consiglio nazionale per la cooperazione allo sviluppo. Sono solo alcune delle modifiche istituzionali necessarie per uscire dagli intoppi che si ripetono da troppo tempo. Sentiamo spesso dire 'dobbiamo approfondire meglio', senza mai giungere alle decisioni necessarie. Questo è il momento.

Presidente di LINK 2007

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