Quei suggerimenti, forse un po’ banali, dal ministero
giovedì 20 aprile 2017

Uno starnuto ci seppellirà? C’è il polline, è vero. Ma c’è sempre stato, almeno da quando esiste la primavera. È indubbio piuttosto che l’aria in generale sia peggiorata, e che oggi siano enormemente più diffuse le allergie respiratorie. Ma probabilmente è peggiorata anche la nostra percezione degli eventi climatici, e il grado di sopportazione degli stessi.

A suggerirlo è il Ministero della Salute, se sul proprio sito si sente in dovere di segnalare alcuni accorgimenti davvero innovativi per ridurre al minimo gocciolii nasali, lacrime, e asma di stagione. Si scopre così che è consigliabile «evitare le attività all’aperto nelle ore centrali della giornata» e «viaggiare in auto con i finestrini chiusi». Geniale, no? Ma ancora più straordinario è apprendere sempre dallo stesso sito, cosa fare se si presentano i classici sintomi che fanno sospettare un’allergia respiratoria.

La prima cosa, indica il Ministero, è «rivolgersi al medico curante o allo specialista per una diagnosi corretta», anziché come forse fa qualcuno, consultare l’idraulico o il commercialista. Sempre come prevenzione, se possibile, è utile «fare brevi soggiorni al mare dove la concentrazione dei pollini nell’aria è relativamente bassa». Utile poi «non fare gite in campagna, soprattutto se c’è vento, non passeggiare nei prati dove è stata tagliata di recente l’erba » e «tenere chiuse le finestre nelle ore centrali della giornata». Non sappiamo a quali straordinari esperti si sia rivolto il Ministero per stilare un simile elenco, ma di certo chi soffre di allergie assortite da oggi potrà vivere meglio.

In attesa dell’arrivo dell’estate, quando tv e giornali rilanceranno con l’enfasi tipica di chi consulta un oracolo, che per fronteggiare il gran caldo occorrerà mangiare più frutta fresca evitando se possibile il vin brulé, e vestirsi leggeri anziché indossare pellicce d’orso. Ovviamente badando a non uscire di casa nelle ore più torride, soprattutto se si è molto giovani o molto anziani. Lo sentiremo ripetere in maniera ossessiva, come ogni anno. E come ogni anno, sarà lecito sorridere di fronte all’ovvio, dichiarando aperto lo stato di banalità naturale che ci intossica da tempo, molto più di qualunque polline.

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