Che benedizione accogliere la Parola diretta e coraggiosa
martedì 31 dicembre 2019

Sarebbe molto gratificante pensare che le resistenze ai cambiamenti, le opposizioni di idee, gli scontri anche vivaci siano determinati da grandi cariche ideali pur contrastanti. Se non terreno di coltura per una visione unanime, da cui comunque è bene rifuggire perché sempre imposta e ipocrita, luogo di crescita degli esseri umani che se ne fanno attori. A ben guardare, però, non è così. Questo scenario rappresenta purtroppo un’eccezione alla regola. Qualora si proceda a una analisi approfondita, si scopre che quasi sempre alla base di resistenze e opposizioni vi sono ragioni di carattere molto pragmatico. Mantenimento delle proprie posizioni, interessi 'di relazione' che portano vantaggi di vario tipo, vere e proprie fonti di guadagno che cambiamento o variazioni dello statu quo possono mettere in discussione... Questo è un male in assoluto, ma diventa ingravescente in maniera direttamente proporzionale alla asserita idealità (o spiritualità) del gruppo interessato.

La ragione è evidente. Più le aspirazioni e motivazioni dichiarate sono elevate (posto che alto e basso siano dei parametri di riferimento, ma sono utili per intendersi) più il soddisfacimento dei propri interessi personali risulta grottesco, ipocrita e perfino infame. Un vero e proprio tradimento non solo verso se stessi, ma verso tutti coloro per che, a torto o a ragione, hanno seguito questo o quel movimento, o gruppo, o associazione, o partito. Un fatto inquietante di questa contemporaneità spesso cialtrona e scomposta, è la assuefazione dichiarata al dato di fatto. Sventolare grandi ideali per poi raccogliere fino all’ultima briciola di ciò che possono rendere in termini di avidità grandi e piccole, è diventato un metodo di cui non solo non ci si vergogna, ma ci si vanta. Anche la buffonata collettiva delle gogne online, tanto rapide a generarsi quanto a spegnersi, stupide quanto velenose, innervate di una cattiveria che ha più a vedere con la frustrazione di teste piccole quanto le loro aspirazioni, oltre a non essere ovviamente un metodo di giudizio di qualche validità, è disinteressata alla reale genuinità degli scopi. Funziona invece come una sorta di bastone virtuale di nuove e sgangherate truppe di propaganda.

Nel caso delle resistenze alle riforme che il Papa sta portando avanti nella Chiesa, risulta veramente difficile vedere quali possano essere i motivi ideali. I tempi si somigliano tutti, ciclicamente, ma quelli contemporanei hanno aggiunto due cose essenziali: la estrema facilità e accessibilità nel generare testimonianze e documentazioni e la velocità quasi istantanea di diffusione. A queste va aggiunta la permanenza di ogni dato pubblicato, che, se non eterna, rimane sicuramente per lungo tempo.

Una Chiesa vicina, accogliente, aperta, dialogante, non moralista ma etica, che parla una lingua estesa a tutti, non escludente, dove si stigmatizzano poteri e ricchezze ingiuste come malattie da cui guardarsi, una Chiesa che non è la Verità ma semmai un suo veicolo perché Luna del suo Signore (il Mysterium Lunae caro da sant’Ambrogio e a papa Francesco), un Chiesa che finalmente delegittima in modo perentorio le scuse addotte a giustificare omertà di comodo, dovrebbe essere una benedizione per tutti, credenti e non credenti, e non solo aspirazione del Papa. Se i Vangeli significano qualcosa, è molto facile vedere per chiunque quale sia la direzione auspicabile. Una lingua semplice, che non lascia spazio alle congetture, diretta, di una potente resilienza che non è mai arroganza, ma per questo tocca nel profondo più di ogni spada o bastone, compresi quelli morali così odiosi e sterili.

Chi vive e vuol far vivere la Chiesa in altro modo, dovrebbe comprendere che si trova in una strada senza uscita anche nel metodo. Perché si torce su se stessa, verso i propri egoismi, facendo acrobazie di ogni tipo per giustificarli e trovandosi in un labirinto cieco dove prima o poi si soccombe per mancanza di cibo, luce, acqua. Non vi è Natale più fertile di una rinascita. Richiede coraggio, richiede fiducia, richiede abbandono, richiede fede. Richiede passione per l’umano, per la vita e gratitudine che non ammette rivalse. Ma è l’unico che restituisce una Chiesa che lascia a Cesare quel che è di Cesare, e che dà a Dio quel che è di Dio. Veramente ricca. Ricchissima. Di vita e speranza. Auguriamoci un tempo di Natale e un nuovo anno così per tutti.

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