Centomila morti e non sentirli. La movida senza mascherina
martedì 16 marzo 2021

Non bastano 100mila morti in un anno, quasi le vittime civili della II guerra mondiale. Nemmeno 500mila posti di lavoro persi, senza contare quelli in nero. Perché c’è gente che non ha ancora capito la gravità di questa pandemia. È la movida degli imbecilli, a cui siamo quasi rassegnati. Scandalizza di più però che alla demenza si accompagni l’assenza. O all’incoscienza, l’inefficienza. Quella di chi dovrebbe far rispettare i divieti.

Come domenica sera, vigilia dell’entrata in Zona Rossa anche per la Capitale. Ultima passeggiata prima di tre settimane di “quaresima sanitaria”. Mi dirigo a Santa Maria in Trastevere. La piazza è semideserta, vigilano due militari con una camionetta. Che sembrano non accorgersi della “festa di piazza” a due passi da lì. Nell’adiacente piazza San Calisto, noto ritrovo di movida, centinaia di persone, mascherina a girocollo o al polso, ridono, strillano, bevono. Lo so che non tutti i giovani sono così, che questa è una minoranza di incoscienti menefreghisti. Ma lo sconforto è tanto. Arriva un’automobile scura, Carabinieri. È finita la festa, penso sollevato. Salve di fischi e cori contro “le guardie”. La macchina se ne va. Chiameranno i rinforzi? Tiro dritto ed entro a Santa Maria in Trastevere per la Messa cantata in rito greco.

Un’ora e un quarto dopo, a San Calisto è tutto come prima. L’alcol è in circolo, un coro sguaiato di “Bella Ciao” sembra “La società dei magnaccioni”. Qualche nonno partigiano si rivolta nella tomba.

Roma, piazza San Calisto, domenica 14 marzo alle ore 18,45

Roma, piazza San Calisto, domenica 14 marzo alle ore 18,45 - (foto Luca Liverani)

A malincuore chiamo il 112. «Pronto? Devo segnalare un assembramento a piazza San Calisto...». «Chiama da Roma? Faccia lo 0667691». Bene, chiamo la Polizia locale di Roma Capitale, già Polizia Municipale, una volta Vigili Urbani. «Salve, vorrei segnalare...». «Siete attualmente il chiamante numero 9, in attesa di parlare con un operatore. Tempo di attesa stimato, 21 minuti». Ma come? Arrivo al parcheggio. Entro in macchina, metto in viva voce. «Chiamante numero 5...». Lungotevere, Muro Torto, Nomentana. Cerco parcheggio. «Ora la sua chiamata è la prima in lista, verrà inoltrata al primo operatore disponibile...». Altri 10 minuti. Apro il portone. Ecco l’operatore: «D’accordo signore, ora notizio il gruppo di zona». Controllo sul cellulare: 30 minuti e 50 secondi per segnalare un’emergenza. Ormai è quasi ora di coprifuoco. E il virus ha trovato qualche utile idiota che infetterà genitori e nonni. Nonostante i «controlli capillari» assicurati dalle autorità.

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