giovedì 5 gennaio 2012
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Caro direttore,ho notato che il nostro presidente della Repubblica nel suo discorso di fine anno, pur inserendo letteralmente passaggi («con speranza fondata verso il futuro») del bellissimo messaggio di Benedetto XVI per la 45ª Giornata della pace, ha evitato di citare direttamente il Papa e di inviargli i saluti (ovviamente è stato inviato un messaggio diretto scritto) preferendo un più generico: «Questo ci hanno detto nei giorni natalizi alte voci spirituali». Se non ricordo male nei precedenti discorsi di fine anno sia del presidente Napolitano che dei suoi predecessori c’era sempre stato lo spazio per un saluto e per gli auguri diretti al Pontefice. Perciò con i ringraziamenti al presidente Napolitano per l’importante riferimento al messaggio di Benedetto XVI, associo la speranza che non si sia trattato di un artificio retorico per aggirare il politicamente corretto che vieta riferimenti diretti alla Chiesa e al cattolicesimo. Cosa ne pensa? Il mio è un eccesso di dietrologia, visto anche che non ho letto nei giornali del 2 gennaio nulla in proposito?
Gian Piero Reale,Siracusa
 
Penso, caro signor Reale, che il riferimento indiretto a Benedetto XVI e le citazioni "di fatto" del magistero del Papa che il presidente Napolitano ha quest’anno scelto di inserire nel testo del suo messaggio di fine anno agli italiani siano comunque un atto di omaggio limpido e sereno. E, perciò, ritengo che in questo caso lei faccia bene a rinunciare alla dietrologia e a "sperare".
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