venerdì 19 maggio 2023
“Suonare a Ferrara è come suonare a New Orleans dopo l’uragano Katrina. Bruce, annulla il concerto”, è stato scritto sui social. Ma il diluvio in Emilia-Romagna non ha fermato l'organizzazione
Bruce Springsteen sul palco a Ferrara nonostante il maltempo in Emilia-Romagna e le tante proteste sui social

Bruce Springsteen sul palco a Ferrara nonostante il maltempo in Emilia-Romagna e le tante proteste sui social - FOTOGRAMMA

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“Suonare a Ferrara è come suonare a New Orleans dopo l’uragano Katrina. Bruce, annulla il concerto”. Questo uno delle centinaia e centinaia di commenti che da giovedì hanno travolto, è il caso di dirlo, come un fiume in piena i social per chiedere a Bruce Springsteen di sospendere il concerto previsto al Parco urbano Giorgio Bassani di Ferrara a causa dell’alluvione che ha devastato i territori limitrofi.

Concerto invece andato regolarmente in scena giovedì sera per 50mila fans provenienti da tutta Italia e tutto il mondo, infangati e in visibilio in un prato-palude sulle note di “Born in The Usa”. Dal palco nessun accenno da parte del Boss alla tragedia dell’alluvione e delle sue vittime, mentre molti si aspettavano da lui se non una donazione almeno una parola di solidarietà.

Un concerto che a molti è apparso inopportuno, ma in effetti molto complesso da cancellare, e dietro al quale ruotano investimenti, contratti, ragioni organizzative, interessi economici e beghe politiche.

Certo, mentre l’intera Italia viveva un lutto collettivo mediatico e i fiumi e i torrenti ancora esondavano travolgendo strade e vite umane nell’area romagnola, stridevano le immagini del festante rito collettivo per la più grande rockstar vivente celebrato a non molti chilometri di distanza. Springsteen, intascato da tempo il cachet e firmato un contratto ferreo, di per sé non poteva prendere l’iniziativa di fare saltare tutto.

Intanto l’organizzatore Claudio Trotta, che con la sua Barley Arts porta il Boss in Italia, stava rischiando di tasca sua tre grandi eventi creati dal nulla sui prati, oltre a quello di Ferrara il 21 maggio a Roma (Circo Massimo) e il 25 luglio a Monza, Prato della Gerascia (Autodromo Nazionale).

Per Barley Arts di fermare una macchina così complessa e costosa, che ha coinvolto 1.500 lavoratori, non se ne parlava proprio, sia per il fatto di non essere in Zona Rossa sia per non deludere (e rimborsare) i 50mila fan in arrivo, nonostante che l’assicurazione, sostiene Trotta, avrebbe comunque coperto l’annullamento dell’evento a causa delle piogge comunque anomale.

Ma si è voluto ostinatamente offrire un concerto atteso da sette anni e già rimandato dal 2020 a causa del Covid, che tanto ha penalizzato il settore dello spettacolo dal vivo.

I fan di Bruce Springsteen accorsi a migliaia a Ferrara per il concerto atteso da anni

I fan di Bruce Springsteen accorsi a migliaia a Ferrara per il concerto atteso da anni - FOTOGRAMMA

Non molto fortunato il sindaco di Ferrara Alan Fabbri, che da anni quattro lavorava al sogno di portare il grande evento Springsteen a Ferrara, città non attrezzata per i grandi spettacoli rock. Lui ora, nonostante il concerto di Springsteen (lautamente supportato dall’amministrazione comunale) si sia rivelato un successo, si ritrova nell’occhio del ciclone politico.

La vicepresidente delegata alla protezione civile della Regione Irene Priolo ha manifestato al Prefetto e al sindaco di Ferrara (targato Lega) il disappunto per avere impiegato per il concerto 900 addetti per la sicurezza dirottabili sull’emergenza alluvione e pure il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini ha detto che il concerto si poteva annullare.

“Abbiamo scritto insieme una pagina della storia della musica mondiale” tira dritto il sindaco di Ferrara convinto che non sarebbe servito annullare il concerto, “vista l’enorme complessità”, il coinvolgimento di migliaia di lavoratori oltre all’arrivo in città di migliaia di turisti che hanno riempito alberghi e ristoranti.

La chiude lì il Ministro dell’Interno Piantedosi per il quale “è giusto dare un segnale di prosecuzione della vita in contesti come questo” tantopiù che “è stato valutato dalle autorità locali che era sostenibile dal punto di vista logistico”.

A onor della cronaca va detto che quello di Ferrara è stato uno dei più bei concerti rock visti in Italia negli ultimi anni e uno dei migliori di Springsteen. Nonostante le estenuanti code ai controlli delle persone che affondavano i piedi in un prato zuppo di fango e paglia, il pubblico ha goduto di tre ore di grande spettacolo dove Springsteen e la sua E Street band hanno ripercorso in 27 anni una carriera straordinaria, ma soprattutto, ricca di umanità nei suoi testi.

Per questo è nel pesante silenzio dell’artista sulla tragedia romagnola che si fa fatica a riconoscere l’uomo che ha scritto col cuore “How can a poor man stand such times and live” (Come può un povero uomo resistere a questi tempi e vivere?), commovente brano dedicato nel 2005 alle vittime dell’uragano Katrina. Il Boss, cantore degli ultimi e dei più fragili d’America, si è distratto su quelli di casa nostra o è stato prudentemente consigliato di far finta di nulla ed evitare le polemiche. Tanto “the show must go on”.

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