Riecco i signori del complotto
martedì 19 marzo 2019

Dopo i primi entusiasmi ecco il fango e le esercitazioni all’insegna del complottismo su Greta e i ragazzi del #FridaysForFuture. Manovre già viste e sentite. Più di trenta anni fa quando cominciai a occuparmi sistematicamente di ambiente mi ritrovai definito "cattoverde". Allora il tema ambientale, l’ecologia (termine equivoco...) era visto con molto sospetto da una parte non piccola dello stesso mondo cattolico. Quel parlare di "limiti dello sviluppo" non piaceva, perché parlando di troppi consumi e di sovrappopolazione, evocava controllo delle nascite e contraccettivi di massa, soprattutto nel Terzo mondo. E anche allora si evocarono complotti di oscure lobby. Piaceva poco anche al mondo comunista ortodosso, operaista e innamorato di uno sviluppo che guardava solo all’industria. Prima il lavoro e poi l’ambiente (di salute non parlava quasi nessuno...). Idee sulle quali trovava facile presa il "ricatto occupazionale" di imprenditori poco o nulla sensibili alle questioni ambientali, che non trovavano grande opposizione in un movimento sindacale altrettanto poco attento.

Poche le voci che tentavano di mettere insieme sensibilità trasversali su questi "nuovi temi". Ricordo bene, anche per essergli stato amico, Alex Langer, credente, già in Lotta continua, tra i fondatori dei Verdi italiani, europarlamentare, e soprattutto uomo del dialogo. Capace di aprire un confronto con l’allora cardinale Ratzinger sul tema della manipolazione genetica e di mettere in discussione l’aborto come diritto.

Posizioni che gli provocarono bordate di "fuoco amico". Parlava trenta anni fa di "ecologia integrale" e di "conversione ecologica". E scriveva il 4 gennaio 1989: «Ora è drasticamente tempo che il mondo industrializzato cominci a vivere a proprie spese e a pagare i propri debiti, smettendola di consumare crediti usurpati presso la biosfera e presso i poveri». E ancora: «Di fatto, i nostri attuali sistemi escludono sistematicamente tutti coloro che in fin dei conti pagano i costi delle nostre decisioni sbagliate: i poveri, i disoccupati, gli immigrati, il "terzo mondo", la natura, i vinti, i bambini, i vecchi, i non-ancora-nati». Quei bambini e ragazzi che oggi scendono in piazza.

Oggi, se non avesse drammaticamente fermato la sua preziosa vita, sono sicuro che Alex Langer sarebbe al fianco delle ragazze e dei ragazzi dei "Venerdì per il futuro", non per insegnare ma per accompagnare.

Ma intanto torno a leggere le critiche di allora. Non quelle sfottenti e irrisorie di Matteo Salvini o di una destra che vede sempre e solo "rosso" anche laddove colori non ci sono o sono solo quelli allegri dei ragazzi. Non quelle scontate di un mondo ancora legato a vecchi modi di produrre e consumate, coi quali continuare a fare affari. Preoccupano di più quelle che criticando, e cercando retropensieri nel movimento che si è suscitato riportano indietro la riflessione a trenta anni fa. Ignorano deliberatamente, perché non l’approvano per principio e "scomodità", l’enciclica Laudato si’ di papa Francesco e la sua alta riflessione, negano i mutamenti climatici provocati dall’uomo. Negazionismo totale, come la criticava di allora ai limiti dello sviluppo. Per paura, per sospetto, per dietrologia. Per di più, respingono anche gli studi scientifici, come fanno i no-Vax. Ma rifiutano anche le evidenze che sono sotto gli occhi di tutti.

Anche trenta e più anni fa c’erano tante evidenze. La diossina, Cernobyl, lo smog. E c’erano "cassandre" che già avvertivano sui rischi, veri e crescenti. Ma erano adulti: professori coi capelli bianchi, o intellettuali come Alex Langer. Avversari in qualche modo scontati. Greta non lo è, i ragazzi dei "Venerdì per il futuro" non lo sono. Spiazzano, sorprendono, mettono in difficoltà gli adulti. Un po’ spaventano perché diretti e sinceri. E allora si cercano manovratori occulti e interessati, si specula su sindromi comportamentali (tutti esperti di autismo, ora!) non domandandosi se un tale impegno non può essere la migliore terapia. Asperger non è un mostro o un robot, ma una persona. E ancora una volta torniamo tutti a leggere vecchie accuse: dal controllo delle nascite alla decrescita felice. Ma è questo che hanno chiesto i ragazzi? Non parlano per altri, non ci sono ventriloqui. Pensarlo e dirlo è offensivo per loro, per il loro desiderio di verità, di speranza, di vita. Ci mettono la faccia, si sporcano le mani, non la mente.

Chiedono che chi ha responsabilità decida e faccia. Ora non dopo. Dopo è troppo tardi, hanno ripetuto in tante piazze. Rinviare, forse, era ancora possibile 30 anni fa, ma fu un errore. Oggi come dice papa Francesco è un peccato grave, perché toglie futuro e presente. «A voi adulti chiediamo: avete chiara l’eredità che ci lasciate?», hanno detto recentemente i bambini delle scuole della "terra dei fuochi" riuniti nel loro parlamento, promettendo «di prenderci cura della nostra terra, per poter essere ancora orgogliosi di esserne figli». Anche loro manipolati?

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