Un dispositivo Alexa - .
«Alexa, con chi è sposata Annalisa?...». Se qualcuno ancora crede che le domande fondamentali del nostro essere riguardino la trascendenza, oppure il senso della vita, ma anche più semplicemente cosa ci attenda domani, beh è meglio che si rassegni. Amazon, infatti, ha rivelato quali sono stati i quesiti più frequenti rivolti dagli italiani nel corso di quest’anno al suo più celebre assistente virtuale. E i risultati, se non sorprendenti, sono quantomeno inquietanti.
Basata sul riconoscimento vocale, Alexa è un’intelligenza artificiale in grado di interpretare il linguaggio naturale e dialogare con gli umani. Non solo: anche attività come preriscaldare il forno o regolare la temperatura del frigorifero (ammesso che questi siano connessi alla rete) possono essere delegate ad Alexa, un apparecchio tecnologico che da una decina di anni è diventato il compagno (o la compagna) più affidabile per molte persone.
In effetti la sua indole sfiora la perfezione: Alexa parla solo quando è interrogata, non concede mai risposte offensive, non sporca, non si muove, tiene poco spazio. E una volta acquistata, non spende soldi. Per molti italiani insomma è il marito, o la moglie, ideale. E in molti casi, un surrogato alla solitudine. Che in realtà – assumendo le sembianze di qualcosa che a volte sembra avere un cuore e un’anima - ha il difetto di renderti sempre più solo.
Il dispositivo in origine era stato pensato per gestire le apparecchiature elettroniche sparse in tutta la casa. Doveva essere il cervello di una dimora completamente automatizzata e al servizio (vocale) di chi la abita. Il problema invece è che Alexa è usata principalmente per fare tutt’altro. Cioè, almeno questo certifica l’inchiesta, per chiedere: «Alexa, quanti anni ha Loredana Bertè?». E ancora: «Quanti soldi ha Elon Musk?». Oppure per risolvere il vero, struggente dubbio che da anni tormenta ogni generazione: «Alexa, ma il coccodrillo come fa?».
Curiosità lecite e innocue, ci mancherebbe. Anche se magari non proprio essenziali. Fino a quando però nella zona alta della classifica dei più richiesti arriva un disperante: «Alexa, come si chiama il presidente della Repubblica?». Ecco, qui le cose cambiano. Perché la sensazione è che non siamo di fronte a sporadici lapsus da risolvere velocemente e con poca fatica grazie a un robot. I dubbi rivolti all’intelligenza artificiale suggeriscono invece un’ignoranza media di base che non ci fa onore. Ma che nemmeno ci sorprende se la recente indagine sulle competenze degli adulti (Survey of Adult Skills) realizzata nell’ambito di un programma internazionale dell'Ocse, segnala che l’Italia è al quartultimo posto in Europa. E che, soprattutto, un terzo degli adulti italiani sarebbe un analfabeta funzionale.
Ora, verrebbe voglia di chiedere ad Alexa se l’Ocse ce l’ha con noi. E se ha decisamente esagerato nel dipingerci così. Ma essendo lei molto sincera, forse è meglio evitare. E accontentarsi di domande meno impegnative. «Alexa, che tempo farà domani? Alexa, imposta una sveglia per favore. Alexa, com’è il traffico oggi in tangenziale?». In fondo, siamo fatti così: sappiamo quasi niente, ma ci accontentiamo di poco. E poi forse non vale la pensa di scaldarsi tanto. Come diceva Charlie Brown in una sua celebre striscia: quando pensi di avere tutte le risposte pronte, la vita ti cambia tutte le domande. E nemmeno Alexa a questo è preparata.