venerdì 11 marzo 2022
Una lunga trincea ricavata nella terra umida. Il rumore dei sacchi di plastica che rotolano gli uni sugli altri...
La dolorosa pietà delle fosse comuni a Mariupol

Una lunga trincea ricavata nella terra umida. Il rumore dei sacchi di plastica che rotolano gli uni sugli altri. E poi l’apparire di piedi, braccia, gambe che si intrecciano e si accavallano. Per un attimo, compare un fagotto avvolto in una coperta a quadri rosa, come una traccia di una serenità perduta. All’orizzonte Mariupol sotto un cielo grigio. Ad un capo della fossa, c’è un camion anch’esso grigio dal quale gli uomini continuano a tirar fuori sacchi neri: uno di loro si appoggia un attimo al mezzo, respira profondamente e poi riprende scuotendo la testa.

E’ il video – postato su Telegram dall’esercito ucraino -, di una delle fosse comuni scavate in fretta appena fuori dalla città che in poche ore ha avuto oltre mille morti: talmente tanti che le bare non sono bastate. Ed è soprattutto la sequenza cruda di una dolorosa pietà di un’umanità dolente; una pietà che non pone però rimedio al dolore assurdo di una guerra che non solo è in Europa, ma che rimbalza con immediatezza drammatica nel web arrivando nelle nostre case come mai prima era accaduto.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI