martedì 10 settembre 2019
Viaggio nella regione meridionale del Nariño, dove sia le Farc sia i gruppi paramilitari hanno disseminato il terreno di ordigni. Già 33 i morti nel 2019, decine di feriti. Parlano le vittime
Nella Colombia ancora straziata dalle mine: parlano le vittime

Nella regione dal Nariño, ubicata nella parte meridionale della Colombia, al confine con l'Ecuador, la guerra non è finita con l'accordo di pace tra il governo e la guerriglia delle Fuerzas armadas revolucionarias de Colombia (Farc), firmato il 24 novembre 2016.

La posizione geografica strategica per controllare i corridoi del traffico di coca che scendono fino all'oceano Pacifico così come la difficile accessibilità a molte delle sue zone, che presentano enormi estensioni di terra coltivate a coca, hanno reso questa regione uno dei dipartimenti chiave per i gruppi illegali. Solo nel Nariño viene infatti prodotto quasi un terzo della produzione totale di coca del Paese.

Smobilitata la guerriglia, dunque, altre formazioni armate cercano di aggiudicarsi il controllo del narcobusiness e della regione. A farne le spese sono i civili che devono far fronte a nuove e vecchie minacce. Come la massiccia presenza di mine antipersonali e artefatti esplosivi artigianali impiegati come strumento di protezione delle coltivazioni di coca. Il municipio di Leiva è la sintesi del difficile post-conflitto colombiano.

Nel Naro ci sono stati già 33 morti nel solo 2019. Molti di più i feriti: alcuni di loro raccontano il proprio dramma in questo videoreportage.

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