Torna l'incubo degli ostaggi: sono contesi da tre fazioni
Catturati, picchiati, caricati sanguinanti su pick-up e motorini e portati a Gaza. Israele rivive il suo incubo peggiore. Tre le fazioni che si "spartiscono" i civili. I familiari: "

La presa di ostaggi è l’incubo peggiore che possa vivere Israele. E ha un nome, che nel Paese si sussurra sempre con grande rispetto: Gilad Shalit. Quando il 25 giugno 2006 il giovane soldato venne fatto prigioniero, catturato dai miliziani palestinesi in un raid transfrontaliero, attraverso un tunnel scavato vicino al confine israeliano, le trattative, andarono avanti per cinque anni. Venne liberato il 18 ottobre 2011, con un accordo che ha implicato lo scambio con 1027 terroristi di Hamas, rilasciati dalle carceri israeliane.
Ora sono 100 le persone rapite. Si tratta di soldati, ma anche, forse soprattutto, di civili. Presi nel modo più brutale: catturati, picchiati, legati e caricati sanguinanti sui pick-up o i motorini con cui i terroristi di Gaza hanno invaso le aree del sud. E portati nell’inferno di Gaza. L'esercito ha confermato ufficialmente che nell’enclave ci sono ostaggi israeliani, ma non ha fornito un numero preciso. L'ala militare del gruppo Hamas, le Brigate Ezzedin Al-Qassam, hanno rivendicato di aver preso “decine decine di ufficiali e soldati”. "Sono stati messi in luoghi sicuri e nei tunnel della resistenza", ha detto un portavoce.

La presenza degli israeliani a Gaza sarà l’elemento chiave di ogni intervento: dal cielo o da terra. I bombardamenti li potrebbero uccidere. E cercarli dentro l’alveare fittissimo di Gaza metterebbe a repentaglio non solo la loro vita ma anche quella dei soldati impegnati nell’intervento. Il primo ministro Netanyahu si trova dunque in una situazione terribile: qualunque decisione verrà presa, costerà la perdita di molte vite umane.
Secondo alcune fonti, le autorità israeliane avrebbero chiesto all'Egitto di fare da mediatore per arrivare al rilascio degli israeliani catturati. La notizia non ha però trovato conferme. In ogni caso, il Wall Street Journal ha citato esponenti del Cairo secondo i quali i loro negoziatori "non sono riusciti a convincere le fazioni palestinesi a rilasciare i prigionieri israeliani feriti".
Dalla Striscia è trapelato che sono tre le fazioni armate palestinesi di Gaza che si “spartiscono” i civili israeliani, sia morti sia vivi: Hamas, Jihad islamica e Brigate dei Martiri di Al-Aqsa.
Si parla di 750 persone disperse. Amici e parenti dei dispersi passano le ore sui social nella disperata ricerca di informazioni. E lamentano "un senso di abbandono" da parte delle autorità. I rappresentanti delle famiglie israeliane che non hanno più notizie dei loro cari hanno convocato una conferenza stampa per "chiedere risposte". "Non tutte le risposte ci renderanno felici - ha detto un genitore -. ma vogliamo vedere restituiti i bambini, i ragazzi, le ragazze alle loro famiglie, il più presto possibile". "Siamo passate quasi 48 ore dall'inizio di tutto questo e alcune famiglie non sanno nulla", ha aggiunto. "Non dobbiamo affrontare la situazione da soli, la strada è ancora lunga e i giorni a venire saranno molto difficili".
I filmati che circolano in rete sono spaventosi, e mostrano una ferocia che che si scatena anche contro bambini e anziani. "Questa è mia nonna ed è stata catturata e portata a Gaza", scrive Adva Adar sui social. In un video su Ynetnews si vede una famiglia, marito, moglie e due bambini, seduta a terra in una casa sotto la minaccia dei terroristi. Fuori risuonano esplosioni e colpi di mitra. La figlia più grande è stata uccisa nell'irruzione. "C'è la possibilità che torni?", chiede il fratellino alla mamma. "No", risponde lei. Poi si sente una forte raffica di proiettili all'esterno e i due genitori si gettano sui figli. In un altro video, un bambino israeliano rapito e portato a Gaza viene messo in mezzo ad altri bambini palestinesi che lo spingono, lo prendono in giro, gli agitano un bastone vicino al viso. "Dì ima, ima, ima' ('mamma' in ebraico)", gli intimano.
Si sono poi moltiplicate le denunce di decine di rapiti da un rave durato tutta la notte venerdì sera al Kibbutz Reim, vicino al confine con Gaza. Tra questi, Noa Argamani, 25enne protagonista di un filmato scioccante in cui viene portata via dai combattenti di Hamas. Il video la riprende mentre implora per la sua vita, seduta sul retro di una motocicletta. Anche il suo ragazzo, Avinatan, viene portato via dai miliziani.
E c'è anche la storia straziante di giovane di cittadinanza tedesca, Shani Louk, catturata a un festival musicale vicino al Kibbutz Reim. La famiglia ha reso pubblica la cittadinanza della figlia nella speranza che le autorità di Berlino possano fare qualcosa in caso di un eventuale scambio di prigionieri. Ai genitori è toccato vedere un video atroce, che sta circolando su Internet, in cui l’hanno riconosciuta: la ragazza giace su un pick-up con il volto rivolto verso il basso. Diversi uomini calpestano il suo corpo, che pare inanimato. Uno le tira i capelli, un altro le sputa sulla testa sanguinante. Tutti gridano Allahu Akbar. La madre, Ricarda Louk, è nata a Ratisbona, in Baviera, e ora vive in Israele, dove è emigrata 30 anni fa. Suo marito, il padre di Shani Louk, è israeliano e insieme hanno quattro figli. La rapita è la secondogenita, che vive da sola a Tel Aviv.
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