lunedì 21 aprile 2025
Usa e India puntano a raddoppiare il commercio bilaterale a 500 miliardi di dollari entro il 2030. E la guerra commerciale di Trump verso la Cina potrebbe offrire opportunità inedite a New Delhi
Il vicepresidente statunitense JD Vance a New Delhi

Il vicepresidente statunitense JD Vance a New Delhi - ANSA

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La guerra commerciale scatenata (e sospesa per tutti con la sola eccezione della Cina) dall’Amministrazione Usa potrebbe avere un inaspettato “vincitore”: l’India. E che il gigante asiatico sia sempre più nei radar a stelle e strisce lo conferma la visita di quattro giorni del vicepresidente statunitense JD Vance, sbarcato oggi a New Delhi. Vance - che anticipa di qualche mese il viaggio di Donald Trump, in programma entro la fine dell’anno in occasione del vertice dei leader del gruppo Quad, l'alleanza che comprende India, Australia, Giappone e Stati Uniti - vedrà il primo ministro indiano Narendra Modi. Non solo: lo stesso Modi è stato tra i primi a incontrare Trump dopo il suo insediamento. "Siamo molto fiduciosi che la visita darà ulteriore impulso ai nostri legami bilaterali", ha dichiarato ai giornalisti il portavoce del Ministero degli Esteri indiano, Randhir Jaiswal.

Al centro della visita di Vance c’è la fitta tessitura per arrivare a un accordo commerciale "anticipato" che consenta a New Delhi di aggirare la spada di Damocle dei dazi doganali statunitensi. I due Paesi si sono prefissati l'ambizioso obiettivo di raddoppiare il commercio bilaterale, portando il valore degli scambi a 500 miliardi di dollari entro il 2030. Già oggi gli Stati Uniti sono il principale partner commerciale dell'India e il commercio bilaterale ha raggiunto i 129 miliardi di dollari nel 2024, con un surplus di 45,7 miliardi di dollari a favore dell'India.

La partita è complessa. E si gioca su molti tavoli. Molte le spinte e molte le ambiguità. Trump non ha risparmiato strali all’indirizzo dell’India – Paese che appare al fianco della Cina nei Brics, portatori di una architettura globale alternativa a quella dell’Occidente -, etichettata “come un abusatore” o “un re” dei dazi. Allo stesso New Delhi è un tassello – vedi appunto i Quad – di quella strategia di contenimento militare che gli Usa stanno imbastendo attorno alla Cina. Ma non basta. L’arretramento forzato di Pechino può spalancare possibilità commerciali inedite per l’India. E se non bastasse, a rendere ancora più articolato e volatile il quadro, è il corteggiamento in atto della Cina, che vede nel mercato indiano una possibile alternativa alla strozzatura indotta ai flussi di merci verso gli Usa. Come ha scritto l’Ap, "il presidente cinese Xi Jinping mira a riposizionare Pechino come un partner commerciale affidabile nella regione Asia-Pacifico, nel contesto di crescenti tensioni con Washington".

Il primo ministro indiano Narendra Modi con Trump alla Casa Bianca lo scorso 13 febbraio

Il primo ministro indiano Narendra Modi con Trump alla Casa Bianca lo scorso 13 febbraio - REUTERS

L’India non nasconde le sue ambizioni. Geopolitiche e militari. Modi punta a trasformare il Paese in un'economia da 5 trilioni di dollari entro la fine del decennio in corso. Durante i 10 anni del suo governo, il Paese ha guadagnato quattro posizioni, diventando la quinta economia mondiale, e "gli analisti sono fiduciosi che il suo governo possa trasformare il Paese in una superpotenza economica, dietro solo a Stati Uniti e Cina entro il 2027".

Grande attenzione viene dato al settore della difesa. A febbraio l'India ha proposto una spesa per il settore di 6,81 trilioni di rupie (78,70 miliardi di dollari) per l'anno fiscale 2025-26, in aumento del 9,5% rispetto alle stime iniziali dell'anno precedente, con la maggior parte dei fondi destinata a stipendi e pensioni piuttosto che all'acquisto di nuove armi. I 4,7 trilioni di rupie stanziati dal bilancio per i costi del personale hanno superato di gran lunga la spesa in conto capitale proposta di 1,80 trilioni di rupie, concentrata sulla modernizzazione e sugli appalti per la difesa. Secondo quanto riportato dalla Cnn, India e Stati Uniti prevedono di siglare un accordo quadro per la partnership in materia di difesa quest'anno, mentre New Delhi prevede anche di acquistare e coprodurre armi, tra cui i missili anticarro Javelin e i veicoli da combattimento per la fanteria Stryke.

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