sabato 17 maggio 2025
Secondo il Rapporto globale sulle crisi alimentari del Food Security Information Network, l'emergenza riguarda soprattutto 38 milioni di bambini sotto ai 5 anni che sono gravemente malnutriti
Nella Striscia di Gaza è emergenza alimentare

Nella Striscia di Gaza è emergenza alimentare - Reuters

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L’emergenza fame nel mondo «è più di un fallimento dei sistemi, è un fallimento dell'umanità». L’allarme è del segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, commentando il Rapporto globale sulle crisi alimentari edizione 2025 prodotto annualmente dal Food Security Information Network (Fsin) e lanciato dalla Rete globale contro le crisi alimentari (Gnafc), un’alleanza internazionale delle Nazioni Unite, dell’Unione Europea e di agenzie governative e non governative che lavorano insieme per affrontare le crisi alimentari. Questo rapporto, afferma Guterres, «è un altro atto d’accusa risoluto contro un mondo pericolosamente fuori rotta». E denuncia: « A crisi di lunga data se ne aggiunge un’altra, più recente: la drastica riduzione dei finanziamenti umanitari salvavita per rispondere a questi bisogni. Questo è più di un fallimento dei sistemi: è un fallimento dell’umanità. La fame nel Ventunesimo secolo è indifendibile. Non possiamo rispondere agli stomaci vuoti con le mani vuote e le spalle voltate». Infatti, oltre 295 milioni di persone in 53 Paesi e territori si trovano sul baratro di livelli acuti di fame con un aumento, nel 2024, di quasi 14 milioni sul 2023. In crescita per il sesto anno consecutivo con un peggioramento che ora si attesta al 22,6% della popolazione valutata. Ed è emergenza per l’infanzia, con quasi 38 milioni di bimbi sotto i cinque anni gravemente malnutriti in 26 crisi nutrizionali.

La malnutrizione, in particolare tra i bambini, rileva il Rapporto sulle crisi nutrizionali nel mondo, ha raggiunto livelli estremamente elevati, anche nella Striscia di Gaza, in Mali, in Sudan e nello Yemen. Si evidenzia inoltre anche un forte aumento della fame causata dagli sfollamenti forzati, con quasi 95 milioni di persone che vivono in Paesi come la Repubblica democratica del Congo, la Colombia, il Sudan e la Siria, su un totale globale di 128 milioni di sfollati forzati.

«Nel momento in cui lanciamo il rapporto mondiale 2025 sulle crisi alimentari, siamo consapevoli che l’insicurezza alimentare acuta non è solo una crisi, ma è una realtà costante per milioni di persone, la maggior parte delle quali vive nelle aree rurali», ha detto il direttore generale della Fao QU Dongyu. In particolare, il rapporto sottolinea che i conflitti sono rimasti la principale causa di insicurezza alimentare acuta, colpendo circa 140 milioni di persone in 20 Paesi e territori. Carestia confermata in Sudan con altri punti caldi di livelli catastrofici nella Striscia di Gaza, nel Sud Sudan, ad Haiti e in Mali.

Livelli acuti di fame da choc economici per quasi 60 milioni di persone in quindici Paesi, quasi il doppio dei livelli pre-Covid-19 nonostante un modesto calo rispetto al 2023, mentre gli eventi climatici estremi - in particolare la siccità e le inondazioni indotte da El Niño - hanno spinto diciotto Paesi del mondo in una crisi alimentare che ha colpito oltre 96 milioni di persone.

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