lunedì 4 marzo 2024
Sabato il cacciatorpediniere Caio Duilio ha sparato in risposta a un attacco degli Houthi. I rischi del pattugliamento in zona di conflitto e la necessità di proteggere i mercantili
Un cargo visto dal cacciatorpediniere della Marina militare Caio Duilio in navigazione nel Mar Rosso. Sabato scorso la nave militare ha abbattuto un drone sparatogli contro

Un cargo visto dal cacciatorpediniere della Marina militare Caio Duilio in navigazione nel Mar Rosso. Sabato scorso la nave militare ha abbattuto un drone sparatogli contro - Ansa / Marina Militare

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Alla vigilia del voto parlamentare per il via libera alla missione europea Aspides nel Mar Rosso volta a proteggere le navi dagli attacchi degli Houthi dallo Yemen, il comandante del cacciatorpediniere della Marina militare Caio Duilio che sabato in quelle acque ha abbattuto un drone conferma i rischi di un pattugliamento in zona di conflitto. «Ci sono delle entità inviate dagli Houti che lanciano missili e utilizzano droni, pertanto sono acque pericolose - ha detto a Sky TG24 il capitano di vascello Andrea Quondamatteo -. Lo avvertiamo dal tono con cui ci rispondono alle telefonate i comandanti dei mercantili che avvistiamo in mare, sono molto preoccupati. Grazie alla presenza della nostra bandiera, dell'unità militare, trovano coraggio e si sentono rassicurati».

«La decisione del nostro Paese di partecipare ad Aspides con un ruolo così importante ci espone maggiormente. Ma questo è il nostro mestiere» ha commentato il capo di Stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, intervistato dal Messaggero. E ha così ricostruito l'accaduto: «La Caio Duilio stava già monitorando alcuni droni e a un certo punto l'equipaggio si è reso conto che uno si è staccato dal gruppo e ha puntato la nostra unità. Quando il velivolo è arrivato a una certa distanza si è deciso di intervenire. La decisione è stata presa quando si trovava a 6mila metri di distanza e l'ordine di sparare è stato dato quando era arrivato a 4.500. Tra allarme e intervento sono passati circa 50 secondi». Una reazione, quella di abbattere il drone Houthi, rispondente alle regole d'ingaggio. «Se sarà necessario - conferma -, spareremo ancora».

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani sarà domattina alla Camera e poi al Senato per ottenere l'approvazione del Parlamento alla missione.

Cos'è la missione Aspides nel Mar Rosso

La missione Aspides è composta da quattro fregate provenienti da Francia, Germania, Grecia e Italia, che collaboreranno con una pattuglia aerea presente nella zona. Il quartier generale della missione sarà nella città greca di Larissa e il suo comandante sarà il commodoro Vasilios Griparis, mentre il comandante della forza sarà il contrammiraglio italiano Stefano Costantino.

L'operazione avrà un mandato prettamente difensivo, con l'obiettivo di scortare le navi mercantili che attraversano il Golfo Persico, il Golfo di Oman, il Golfo di Aden e il Mar Rosso, e abbattere eventuali missili o droni che gli Houthi potrebbero lanciare contro loro. Ma non attaccherà preventivamente le posizioni dei ribelli, come fanno gli Stati Uniti e il Regno Unito con la missione "Prosperity Guardian". Tuttavia, la missione Aspides sarà coordinata con la missione guidata da Washington, nonché con la missione Atalanta dell'Unione Europea, guidata dalla Spagna, che mira a combattere la pirateria nell'Oceano Indiano.

Da metà novembre gli Houthi filo iraniani, che sostengono la causa di Hamas contro Israele, hanno lanciato decine di attacchi contro navi mercantili di diversi Paesi in transito nel Mar Rosso, nel Golfo di Aden e nello Stretto di Bab al Mandeb. La tensione nell'area ha indotto le principali compagnie di navigazione mondiali a continuare a cambiare le proprie rotte per evitare di attraversare il Mar Rosso (collegato al Mediterraneo dal Canale di Suez) dal quale transitano l'8% del commercio mondiale di cereali, il 12% del commercio di petrolio e l'8% del commercio mondiale di prodotti di gas naturale liquefatto.

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