venerdì 30 giugno 2023
L'attivista, 68 anni, era già sopravvissuto a due attentati. Nel 2014, aveva creato il movimento armato di rivolta ai narcos
Hipolito Mora a una manifestazione delle forze di autodifesa a La Ruana

Hipolito Mora a una manifestazione delle forze di autodifesa a La Ruana - Reuters

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Questa volta non ce l’ha fatta. Dopo essere sopravvissuto a due attentati a novembre e ad aprile, stavolta, Hypólito Mora è stato ucciso in un imboscata a La Ruana, nel cuore della Tierra Caliente del Michoacán. Il suo corpo carbonizzato è stato trovato ieri. Nel 2014, questo coltivatore di limoni, ora 68enne, aveva guidato una rivolta armata contro il potere dei cartelli della droga. Il movimento di autodifesa da lui fondato ha rappresentato una spina nel fianco per la Familia Michoacana e los Caballeros Templarios, i principali gruppi della zona, e ha messo in luce la debolezza o la complicità dello Stato nei confronti delle mafie. Ben presto, però, le stesse milizie sono state accusate di legami con i narcotrafficanti rivali. Dopo scontri e polemiche, alla fine, Mora aveva accettato di far confluire le forze di autodifesa all’interno della polizia rurale durante l’amministrazione di Enrique Peña Nieto. Nel 2021, si era candidato come governatore ma non era stato eletto. Di recente aveva tuonato contro lo Stato di fronte all’avanzata del cartello di Jalisco.

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