mercoledì 9 settembre 2020
Il principale centro della Grecia, e il più grande d’Europa, è stato parzialmente evacuato in queste ore a causa dei roghi
Incendio nel campo profughi di Moria, Atene: stato di emergenza

Il campo profughi di Moria, nell'isola greca di Lesbo, è stato parzialmente evacuato in seguito a un vasto incendio scoppiato nelle scorse ore. Secondo i vigili del fuoco locali, le fiamme sarebbero divampate in più punti del campo.
La struttura, che è la più grande d'Europa, accoglie attualmente circa 12.700 richiedenti asilo, in condizioni costanti di sovraffollamento e di insicurezza, come dimostra anche questo ultimo episodio. Il governo greco ha annunciato che dichiarerà lo stato di emergenza sull'isola per 4 mesi. A chi vive a Moira è stato inoltre vietato di lasciare l'isola per evitare la diffusione dei contagi.

Secondo gli ultimi aggiornamenti, al momento non si registrerebbe alcun ferito. Tuttavia molti migranti, probabilmente perché spaventati dalle fiamme, sarebbero in fuga. I roghi sarebbero scoppiati durante una protesta contro il lockdown, disposto dalle autorità dopo aver riscontrato la positività di un rifugiato somalo al Covid-19. La ricostruzione dei fatti è stata confermata dal ministro della Migrazione supplente greco Giorgios Koumoutsakos.

"I miei pensieri e la mia vicinanza vanno alle persone dell'isola greca di Lesbo e in particolare ai migranti e al personale che lavora nel campo di Moria", ha scritto su Twitter la commissaria europea agli Affari interni Ylva Johansson, aggiundendo di essere in contatto con il ministro greco e le autorità locali per l'incendio. Johansson ha poi fatto sapere di aver accettato il trasferimento immediato e l'alloggio sulla terraferma dei restanti 400 bambini e adolescenti non accompagnati. "La sicurezza e il riparo di tutte le persone a Moria sono la priorità", ha detto.

Sull'annuncio del trasferimento, Spyros-Vlad Oikonomou, del Consiglio greco per i rifugiati, ha commentato che si tratta di "un primo passo importante", aggiungendo che adesso però "è quanto mai urgente un immediato trasferimento di tutti i migranti intrappolati nelle isole greche negli altri Paesi europei".

"La tragedia a Lesbo è il simbolo del fallimento delle politiche adottate dall'Unione europea e dagli stati membri nella gestione della crisi migratoria negli ultimi anni", ha dichiarato Paolo Pezzati di Oxfam Italia, che chiede un'immediata indagine da parte del Parlamento europeo per accertare le responsabilità".

Sull'isola di Lesbo si trova anche Nico, il minore afghano richiedente asilo di cui Avvenire sta raccontando la vicenda. Nico viene aiutato e sostenuto da Filippo e Fabiola Bianchini, i coniugi che gestiscono la casa famiglia di Atene della Comunità Papa Giovanni XXIII, in cui lui è stato accolto. Sono loro ad aver inviato ad Avvenire alcuni video girati dai profughi col telefonino, che corredano questo articolo.

"Sono alcune immagini del campo di Moria in fiamme. Non esiste più neanche l'ufficio asilo - racconta ad Avvenire Fabiola Bianchini -. Proprio ieri avevamo ricevuto la risposta informale alla richiesta d'asilo, che purtroppo a Nico è stata rifiutata. E questa mattina lui stesso doveva andare a ritirare la comunicazione scritta, per poter procedere con l'impugnazione della decisione in Appello, ma naturalmente adesso è tutto bloccato".




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