giovedì 3 novembre 2022
Grazie alla mediazione condotta dall’Unione Africana le due parti si sono incontrate in Sudafrica
Sfollati nel Tigrai in attesa di cibo

Sfollati nel Tigrai in attesa di cibo - Reuters

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A Pretoria, capitale del Sudafrica, è stato firmato ieri sera un accordo tra il governo federale etiope e i ribelli della regione settentrionale del Tigrai. Tra le varie condizioni è stato concordato un cessate il fuoco permanente. «Innanzitutto abbiamo raggiunto un’intesa rispetto alla cessazione immediata di tutte le ostilità nella regione – ha spiegato ieri Olusegun Obasanjo, ex presidente nigeriano a capo della mediazione condotta dall’Unione Africana (Ua) –. Oggi inizia una nuova era per l’Etiopia».

Nei negoziati è stato previsto anche un disarmo «sistematico, calmo e ordinato», oltre alla possibilità per gli operatori umanitari di raggiungere le zone a cui non hanno avuto accesso per diversi mesi.

Dopo quasi due anni di conflitto civile, l’accordo di pace potrebbe significare l’arresto di una serie di massacri commessi sia dall’esercito regolare etiope che dai ribelli del Fronte per la liberazione del popolo del Tigrai (Tplf). «Le vittime civili sono stimate tra le 385mila e 600mila – affermano le organizzazioni umanitarie sul campo –. Gran parte delle persone sono morte anche per carestia e mancanza di assistenza sanitaria».

Gli esperti rimangono però cauti, lo scorso agosto una tregua di cinque mesi è stata interrotta dopo che le autorità etiopi, sostenute dall’Eritrea, hanno lanciato un’offensiva militare che gli ha permesso di conquistare diverse località chiave nel Tigrai. I negoziati sono durati una settimana e vi hanno partecipato non solo rappresentanti del governo etiope ma anche di alcune forze ribelli che sembravano contrarie a l’avvio dei colloqui.

«La nostra gente è stata uccisa non solo dai proiettili ma anche dalla penuria di cibo e medicine – ha detto un membro del Tplf –. Abbiamo quindi bisogno che questo accordo venga implementato il prima possibile»

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