martedì 2 aprile 2024
Il veicolo di Wck bombardato da un aereo militare. L'Ue chiede un'indagine approfondita. La Casa Bianca: «Siamo afflitti e profondamente turbati dall'attacco». Quattro delle vittime erano straniere
Il veicolo dell'Ong World Central Kitchen colpito dal raid israeliano a Gaza

Il veicolo dell'Ong World Central Kitchen colpito dal raid israeliano a Gaza - Ansa

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Stava viaggiando in «una zona senza scontri a bordo di due auto blindate marchiate con il logo Wck» la squadra dell'Ong statunitense World Central Kitchen uccisa ieri sera da un raid aereo israeliano. Lo scrive la stessa Ong sottolineando che «nonostante il coordinamento dei movimenti con le Forze di difesa israeliane (Idf), il convoglio è stato colpito mentre lasciava il magazzino di Deir al-Balah, dove la squadra aveva scaricato più di 100 tonnellate di aiuti alimentari umanitari portati a Gaza lungo la rotta marittima». Si tratta dei viveri sbarcati grazie al corridoio marittimo da Cipro, per iniziativa della Commissione Europea e a cui partecipa anche l'Italia.

«E' stato un tragico caso in cui le nostre forze hanno colpito senza intenzione gente innocente nella Striscia» ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu. «Questo succede in guerra e - ha aggiunto - apriremo un'indagine. Siamo in contatto con i governi coinvolti e faremo di tutto per assicurare che questo non accada più».

Sull'uccisione dei sette operatori umanitari, di cui 3 britannici, un australiano, un polacco e uno con cittadinanza Usa e canadese oltre a un palestinese, la Commissione Ue ha chiesto «un'indagine approfondita». «Gli operatori umanitari devono essere sempre protetti, in linea con il diritto umanitario internazionale«», scrive l'esecutivo Ue su X. «Condanno l'attacco e sollecito un'indagine. Nonostante le richieste di protezione di civili e operatori umanitari, assistiamo a nuove vittime innocenti», aggiunge l'Alto rappresentante Josep Borrell, invocando l'immediata attuazione della risoluzione Onu per «un cessate il fuoco immediato, un pieno accesso umanitario e una protezione rafforzata dei civili».

La strage dei "cuochi" dell'Ong statunitense

Ad annunciare la morte dei sette operatori umanitari è stato lo stesso fondatore di World Centrale Kitchen, lo chef stellato spagnolo José Andres, che si è detto distrutto. «Queste persone sono angeli», ha scritto su X. «World Central Kitchen è sconvolta nel confermare che sette membri della nostra squadra sono stati uccisi a Gaza in un attacco dell'Idf», ha comunicato la Ong.

Poco prima il ministero della Sanità controllato da Hamas aveva dato notizia della morte di quattro operatori umanitari stranieri e del loro autista palestinese in un raid israeliano, specificandone anche la nazionalità.

I passaporti degli operatori umanitari rimasti uccisi in un raid a Gaza

I passaporti degli operatori umanitari rimasti uccisi in un raid a Gaza - Ansa

L'esercito israeliano: indagini in corso sul «tragico incidente»

«In seguito alle notizie riguardanti il personale della World Central Kitchen a Gaza, l'Idf sta conducendo un esame approfondito ai massimi livelli per comprendere le circostanze di questo tragico incidente»: lo scrive su Telegram l'esercito israeliano. «L'Idf compie grandi sforzi per consentire la consegna sicura degli aiuti umanitari e lavora a stretto contatto con la Wck nei loro sforzi vitali per fornire cibo e aiuti umanitari alla popolazione di Gaza», prosegue il comunicato.

Ansa

La Casa Bianca: afflitti e turbati

La Casa Bianca si è detta «afflitta» per la morte degli operatori umanitari della ong statunitense World Central Kitchen. «Siamo afflitti e profondamente turbati dall'attacco», ha scritto su X la portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale, Adrienne Watson, aggiungendo che «gli operatori umanitari devono essere protetti mentre consegnano aiuti di cui c'è un disperato bisogno, ed esortiamo Israele a indagare rapidamente sull'accaduto».

Il ministro degli Esteri polacco convocato con la richiesta di «spiegazioni urgenti» l'ambasciatore israeliano a Varsavia.

Il premier dell'Australia, Anthony Albanese, ha confermato che uno degli operatori umanitari uccisi era cittadino australiano.

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