sabato 5 maggio 2018
Fa discutere la legge voluta dal governatore Soder che prevede l'obbligo di esporre il crocifisso.
Un panorama di Monaco di Baviera

Un panorama di Monaco di Baviera

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La croce cristiana, simbolo di pace ed unione. sta purtroppo dividendo la Germania e la Baviera. «Dal primo giugno 2018 in tutte le scuole ed edifici istituzionali del Bayern dovrà essere esposto un crocifisso che simboleggia l’identità culturale cristiana su cui si fonda il nostro Land». Così il nuovo governatore del Bayern, il cristiano sociale Markus Söder, ha annunciato il nuovo provvedimento che entrerà in vigore a partire dal mese prossimo. Inizialmente l’azione del governatore è stata sostenuta anche da alcuni rappresentanti della Chiesa cattolica della Baviera.

Ma Söder, da alcuni giorni, sta comparendo su tutti i quotidiani e siti Web di media tedeschi con un crocifisso in mano. L’immagine ha suscitato le perplessità da parte dei media e dell’opinione pubblica tedeschi che hanno definito quella di Söder: «Un’iniziativa populistica da campagna elettorale».

In alcuni casi la reazione da parte di opinionisti ed elettori intervistati da televisioni e quotidiani è stata anche sdegnata, probabilmente perché in Germania da molto tempo si riserva molta attenzione al rischio di confondere la religione con la politica e soprattutto «a non utilizzare simboli religiosi come la croce per scopi elettorali», ha sottolineato l’ex presidente del Bundestag, Wolfgang Thierse.

Anche alcuni rappresentanti del partito di Söder, la Csu, hanno preso le distanze dalla sua iniziativa definendola «poco intelligente», come la cristiano-sociale, Marion Kiechle.

A questo punto è stato inevitabile un intervento ufficiale della Chiesa cattolica, in particolare dall’arcivescovo di Monaco di Baviera nonché presidente della Conferenza episcopale di Germania (Bischofkonferenz), il cardina- le Reinhard Marx: «Se la croce è vista solo come un simbolo culturale, non la si capisce. La croce è un segno di protesta contro la violenza, l’ingiustizia, il peccato e la morte, ma non un segno contro altre persone».

Gli ha fatto eco l’arcivescovo di Bamberg monsignor Ludwig Schick: «La croce non è un segno identitario di una regione o di uno Stato ma è un invito a imparare a vivere nella solidarietà e nell’amore». Anche il presidente della Chiesa evangelica tedesca ha criticato con parole che lasciano poco spazio alle interpretazioni l’iniziativa di Söder: «Utilizzare la croce o simboli religiosi come strumento di identificazione culturale ci riporta ad un’epoca buia in cui accaddero molte cose ingiuste».

L’influente quotidiano di Monaco di Baviera, Süddeutsche Zeitung, si è fatto portavoce del mondo laico tedesco e ieri ha sottolineato: «L’iniziativa di Söder potrebbe dare l’impressione che ci sia un ritorno della religione cristiana. L’impressione è sbagliata. Non c’è una tale rinascita. C’è solo un ritorno del suo sfruttamento politico». Il 14 ottobre nel Land del Bayern sarà eletto il nuovo parlamento regionale.

Il grande timore di Markus Söder e di molti esponenti dei cristiano-sociali bavaresi è un’avanzata ulteriore da parte di Alternative für Deutschland, i neo-nazionalisti ed ultraconservatori di Afd alle elezioni politiche del 24 settembre nel Land del Bayern hanno superato il 10 per cento delle preferenze mentre la Csu ha conseguito uno dei peggiori risultati della sua storia, scendendo sotto la soglia del 40 per cento. «Dobbiamo tornare ad essere la vera forza conservatrice della Baviera e della Germania», è il mantra di Söder e del suo predecessore Horst Seehofer, ora ministro degli Interni federale autodefinitosi «Heimatmini-ster, ministro della patria».

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