lunedì 16 marzo 2020
La Svizzera e il land tedesco della Baviera dichiarano lo stato di emergenza. Macron annuncia la sospensione di tutte le riforme e il ripristino dei controlli ai confini: "Siamo in guerra"
Controlli alla frontiera fra Slovacchia e Austria

Controlli alla frontiera fra Slovacchia e Austria - Ansa

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Più morti e contagiati nel resto del mondo che in Cina. La pandemia di Covid-19 ha già sterminato quasi 6.500 persone sul pianeta, di cui 3.213 in Cina. La buona notizia è che là dove tutto è cominciato si vede la luce in fondo al tunnel: Pechino comunica che nell'ultimo giorno i decessi sono stati "solo" 14 (di cui appena 4 a Wuhan, il primo focolaio). La cattiva notizia è che per l'Occidente il tunnel potrebbe addirittura essere più lungo e buio, con un tributo di vittime ancora più impressionante se messi a confronto i numeri delle popolazioni. Anche perché se in Cina gli anziani sono circa l'11%, in Europa superano il 20% (circa il 25% in Italia).

Secondo il bollettino diffuso stamani dalla Johns Hopkins University i contagiati nel mondo (Cina esclusa) sono 87.000 contro gli 80.860 dichiarati dalle autorità di Pechino. E le persone morte fuori dalla Cina sono 3.241, contro 3.208 in Cina.

Von der Leyen: "Sospendere i viaggi non essenziali verso la Ue"

La situazione nel Vecchio Continente è stata tra i temi al centro della videoconferenza dei leader del G7 in cui è stato concordato di fare tutto il possibile per garantire la crescita. Ai suoi partner, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha annunciato di aver proposto "una restrizione temporanea per tutti i viaggi non essenziali verso l'Ue, per trenta giorni, ma da prolungare se necessario". Tale blocco, che sarebbe soggetto ad esenzioni per cittadini europei che tornano a casa, pendolari, ma anche per personale sanitario e ricercatori, avrebbe come obiettivo quello di "non appesantire ulteriormente i sistemi sanitari", ha spiegato von der Leyen, che domani ne discuterà con i capi di Stato e di governo convocati per un Consiglio straordinario, sempre in video.

Gli Stati membri rinunciano alla libera circolazione interna

Ma se l'Ue lavora alla chiusura delle frontiere esterne, sempre più Stati membri rinunciano alla libera circolazione interna sancita da Schengen. Così dopo Austria, Ungheria, Repubblica Ceca, Danimarca, Polonia, Lituania e Germania, anche la Spagna (e in serata la Francia) ha sigillato i suoi confini.

Spagna, altri mille contagi: saranno prorogate le misure di restrizione

Resta la Spagna il Paese europeo più flagellato dal coronavirus, dopo l'Italia. Nelle ultime 24 ore si sono registrati oltre mille nuovi casi di contagio. Il ministro dei Trasporti, José Luis Ábalos, ha annunciato alla radio Rne che lo stato di allerta, in vigore per 15 giorni, sarà prorogato: "Con 15 giorni non abbiamo la capacità di vincere questa battaglia", ha detto Ábalos supportando le misure "particolarmente dure" adottate dal governo.

Il Belgio conta oltre mille contagi

Anche il piccolo Belgio rischia l'emergenza Covid-19. In pochi giorni i casi accertati hanno superato il migliaio e si contano almeno 5 vittime.

Macron: siamo in guerra, serve la mobilitazione di tutti

Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha parlato alla nazione alle 20 e ha annunciato lo stop a tutte le riforme, compresa quella delle pensioni, e il ripristino dei controlli ai confini. In pratica, la sospensione degli accordi di Schengen da martedì alle 12. "Richiedo la mobilitazione generale di tutti: siamo in guerra, una guerra sanitaria", ha detto. Il leader francese ha spiegato che non si tratta di una guerra contro un'esercito ma una guerra contro un nemico invisibile ma non meno pericoloso, il coronavirus. Quindi l'accorato appello "all'unità nazionale" per sconfiggere la pandemia. Rinviato anche il secondo turno delle elezioni municipali, dopo il primo turno di domenica 15. "Da domani a mezzogiorno e per almeno 15 giorni i nostri spostamenti saranno fortemente ridotti. Assembramenti e riunioni familiari e tra amici non saranno più permessi. Ovunque nel territorio francese, bisogna ridurre i contatti. Uscire esclusivamente per fare la spesa, per motivi di lavoro e per motivi sanitari. No a spostamenti lunghi. Attività fisica all'aria aperta da soli e a distanza". Chiuso anche il cantiere di restauro di Notre-Dame.

In Svizzera e Baviera è stato di emergenza

Il land tedesco della Baviera dichiara lo stato d'emergenza e annuncia uno stanziamento di un fondo straordinario di 10 miliardi di euro per sostenere le imprese. Sono misure decise in seguito a "sviluppi esponenziali" dell'epidemia, ha detto Markus Soeder, primo ministro del governo di questa regione meridionale. Lo stato d'emergenza permette l'accentramento a Monaco di decisioni normalmente prese a livello distrettuale. Prospero land di 13 milioni di abitanti, la Baviera confina con Italia e Austria. È anche la regione dove si sono sviluppati i primi contagi in Europa, attraverso la visita di una delegazione cinese ad una società locale. Anche la Svizzera ha dichiarato lo stato d'emergenza.



Corea del Sud, contagi ai minimi. Ancora vittime in Iran

Una speranza arriva dalla Corea del Sud, fino a poche settimane fa il Paese più flagellato dopo la provincia cinese dell'Hubei e dove sembrava che l'epidemia rischiasse di sfuggire al controllo dell'autorità centrale. I contagiati sono scesi ieri a 74, dai 76 di sabato, attestandosi ai minimi di oltre tre settimane. Il Korea Centers for Disease Control and Prevention (Kcdc), negli aggiornamenti sulla crisi, ha fissato il totale dei contagi a quota 8.236, di cui 75 decessi e 1.137 dimessi dagli ospedali (+303 domenica), con una percentuale di guarigione salita al 13,8%. C'è da dire però che l'età media della popolazione sudcoreana (e dell'Asia in generale, ad eccezione del Giappone), è significativamente più bassa che in Europa. In Corea del Sud circa il 61% delle infezioni accertate sono riconducibili alla Chiesa di Gesù Shincheonji, una setta religiosa con sede a Daegu, il cui leader ha fatto, nelle scorse settimana, pubblica ammissione di responsabilità.

La situazione è ancora grave in Iran, dove si sono registrati altri 129 decessi, facendo salire il bilancio a 853 vittime e 14.991 contagi confermati, 1.053 dei quali nelle ultime 24 ore. Sono 4.996 le persone considerate guarite. Oggi il presidente Hassan Rohani ha definito comunque "promettenti" i dati, spiegando che a suo avviso il picco dell'epidemia sarebbe superato.

Dopo New York, anche Los Angeles "chiude"

Scuole chiuse a New York, prima fra le metropoli degli Stati Uniti a essere colpita dala pandemia. E ora anche Los Angeles annuncia la serrata di bar e ristoranti, mentre la lotta a Covid-19 si impone come tema dominante nelle primarie democratiche e nella corsa alla Casa Bianca, in vista del voto di novembre.

Times Square, a New York, semideserta

Times Square, a New York, semideserta - Reuters

LA SITUAZIONE IERI IN EUROPA E NEL MONDO


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