martedì 18 febbraio 2025
La possibilità concessa da Tel Aviv di acquistare terreni ed edificare nell'insediamento di Efrat, sud di Betlemme, è solo l'ultimo segnale di una mira espansionistica in Medioriente che non si placa
La costruzione di case negli anni scorsi, in Cisgiordania, negli insediamenti israeliani

La costruzione di case negli anni scorsi, in Cisgiordania, negli insediamenti israeliani

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I cittadini israeliani potranno acquistare direttamente terreni in Cisgiordania, espandendo la presenza israeliana in Palestina. Va in questa direzione il disegno di legge spinto dal governo di Tel Aviv. Mentre l'Amministrazione civile ha pubblicato un nuovo bando di gara per la costruzione di 974 nuove unità abitative nell'insediamento di Efrat, a sud di Betlemme.
I piani per l’allontanamento dei palestinesi da Gaza non sembrano essere circoscritto solo alla Striscia. Una delle modifiche apportate dal governo Netanyahu-Smotrich nel giugno 2023 è stata l'eliminazione dell'approvazione del ministro della Difesa per ogni fase di avanzamento degli insediamenti. In precedenza era obbligatoria l'approvazione preventiva del ministro della Difesa. In precedenza proprio il ministero poi escluso dalle procedure, aveva limitato gli ampliamenti.
Le decisioni del governo in realtà incontrano una serie di ostacoli legali che però non fermano i piani di occupazione. Per aggirarli si è scelta la strada dell’acquisizione per compravendita dei terreni di proprietà palestinese, anche se non è chiaro quale autorità (se quella palestinese o quella israeliana) dovrà registrare i passaggi di proprietà. Le istituzioni della Cisgiordania non sono intenzionate a riconoscere le acquisizioni agli israeliani. Ma Tel Aviv, in forza della nuova legge, potrebbe registrare gli acquisti in forza dei quali inviare l’esercito in Palestina per proteggere gli acquirenti israeliani.
Alcune organizzazioni per i diritti umani israeliane, come Peace Now e B’Tselem, contestano queste pratiche. Negli ultimi sono state autorizzate più di 4.000 nuove unità abitative negli insediamenti israeliani in Cisgiordania. Uno dei progetti mira a edificare un nuovo quartiere sulle rovine di una comunità palestinese che è stata espulsa nel 2023 dai coloni e dall’esercito. Dove vogliano arrivare questi piani, lo suggeriscono proprio gli attivisti di Peace Now. Il nuovo quartiere a sud di Betlemme, se venisse annesso da Israele «taglierebbe fuori l'intera Cisgiordania meridionale», dicono. Con il rischio di interrompere da «la continuità territoriale della Cisgiordania».
Nel corso del 2024 sono stati istituiti almeno 59 nuovi avamposti israeliani in Palestina, la maggior parte dei quali sono fattorie israeliane su terreni palestinesi. Un numero record, se si considera che dal 1996 all’inizio del 2023, sono stati istituiti in media meno di 7 avamposti ogni anno.
Mentre Israele attende il ritorno degli ostaggi da Gaza, vengono prese decisioni «che distruggeranno la possibilità di pace e compromesso», è l’accusa di Peace Now che punta il dito contro il governo Netanyahu: «Sta danneggiando gli interessi israeliani e sta silurando l’unica soluzione che può portarci sicurezza e pace».

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