giovedì 21 febbraio 2019
La denuncia dei media americani: la tecnica di tracciamento, soprattutto della minoranza uighura, è stata sviluppata da una società statunitense del Massachusetts
La polizia impedisce una manifestazione degli uighuri nella capitale dello Xinjang Urumqi

La polizia impedisce una manifestazione degli uighuri nella capitale dello Xinjang Urumqi

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Le autorità cinesi hanno utilizzato il Dna per “tracciare” i propri cittadini, grazie a una tecnica sviluppata da una società statunitense del Massachusetts e da un illustre ricercatore dell'università di Yale. Lo riporta il New York Times, che parla di "un enorme sistema di sorveglianza e di controllo" messo in piedi da Pechino.

Secondo l'inchiesta condotta dal quotidiano la raccolta di materiale genetico è soprattutto un pilastro della campagna portata avanti dalla Cina contro la minoranza musulmana turcofona degli uighuri, come da tempo denunciano diversi gruppi e attivisti per la difesa dei diritti umani. La società americana tirata in ballo dal Nyt, la Thermo Fisher, afferma di non aver più venduto a Pechino le sue attrezzature e i suoi congegni dopo aver scoperto l'usi che ne veniva fatto nella regione dello Xinjiang, dove vive la popolazione uighura.

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