venerdì 21 gennaio 2022
Secondo l'esperto Walter Ricciardi occorrerebbe una strategia internazionale unificata mentre l'Europa va avanti a più velocità e con strategie diverse. "Abbassare la guardia sarà devastante", dice.
Austriaci con le mascherine ffp2. L'Austria è il primo Paese europeo a introdurre l'obbligo vaccinale

Austriaci con le mascherine ffp2. L'Austria è il primo Paese europeo a introdurre l'obbligo vaccinale - Ansa

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Europa in ordine sparso di fronte alla pandemia da Covid. E così mentre il parlamento austriaco ha approvato l'obbligo vaccinale, con una larga maggioranza, l'Irlanda ha deciso di rimuovere la maggior parte delle restrizioni anti Covid. Notizie che provocano una certa confusione.

Anche il professor Walter Ricciardi, docente di igiene all'università Cattolica e consigliere scientifico del ministro della salute Roberto Speranza, osserva come l'Europa vada avanti a più velocità, nelle sue strategie di contrasto alla pandemia di Covid-19, con decisioni spesso diametralmente opposte su aperture e chiusure, ma ribadisce che "la scelta giusta è essere cauti e ricordare che non ne siamo fuori".

Questa situazione è legata al fatto che "ci sono due pandemie in corso, una virale e una economica, sociale e politica - sottolinea ancora Ricciardi - Quella virale si combatte con misure basate sull'evidenza scientifica, che sono quelle che in larga parte sta prendendo l'Italia, ma anche la Germania, l'Austria e in parte la Francia. Poi c'è chi affronta la pandemia politica economica con scelte non basate sulle indicazioni scientifiche, come vediamo in Gran Bretagna, dove però i medici sono terrorizzati", evidenzia Ricciardi.

"Siamo ancora nel pieno di questa ondata pandemica e abbassare la guardia sarà devastante - nota-. La sanità, anche in questa lunga fase di emergenza, è gestita da ciascuno Stato e non c'è ancora un trattato pandemicò per una risposta internazionale coordinata".

E aggiunge: "Il dato positivo è che all'Organizzazione mondiale della sanità si è cominciato a discutere del problema. Ma il lato negativo è che si procede molto a rilento. Nel migliore dei casi, se va tutto bene, il trattato verrà approvato nel 2024 e, quindi, avremo ancora un lungo periodo di tempo in cui le scelte frammentate non faranno altro che favorire il gioco del virus, con ondate epidemiche che si susseguono. E sperando che non arrivino varianti più pericolose".

In Austria obbligo vaccinale

L'Austria, dove il 72% dei cittadini ha ricevuto le tre iniezioni antiCovid, è la prima Nazione dell'Unione Europea ad aver approvato l'obbligo del vaccino contro il Covid-19, che interesserà tutte le persone sopra i 18 anni che risiedono nei nove Laender (regioni) e scatterà a partire da febbraio.

In una prima fase, fino a metà marzo, non ci saranno sanzioni. Successivamente la multa potrebbe arrivare fino a 3.600 euro. È stata esclusa la reclusione. Non sono obbligati alla vaccinazione le donne in gravidanza, tutti coloro che non possono essere vaccinati per motivi medici e le persone guarite, ma non oltre i sei mesi dalla guarigione.

L'obbligo vaccinale rimarrà fino al gennaio 2024 e il governo austriaco sta investendo 1,4 miliardi di euro in misure pensate per incoraggiare chi non è stato vaccinato a farsi avanti. Non è ancora chiaro, però, se l'obbligo comincerà già dal primo giorno del prossimo mese oppure dal 4.

Dall'inizio della pandemia i nove milioni di austriaci hanno affrontato ben quattro lockdown in meno di due anni perchè il governo ha sempre voluto fare di tutto per arginare i contagi.

L'obbligo vaccinale è stato approvato al termine di un lungo ed animato dibattito, con 137 voti favorevoli e 33 contrari. Tredici i parlamentari, tra essi anche dei due partiti di governo di OeVP (Popolari) e Verdi, che non hanno votato perchè malati o astenuti per protesta.

Il dibattito sul controverso provvedimento è stato particolarmente acceso. Il leader del Partito della Libertà Austriaco (FPO), una formazione di destra, Herbert Kickl, ha apertamente protestato contro l'obbligo dicendosi "inorridito, sbalordito, scosso e scioccato". Successivamente il ministro della Salute, Wolfgang Mueckstein, (Verdi) ha cercato di convincere i dubbiosi assicurando che "il vaccino contro il Covid-19 è sicuro; e serve un alto tasso di vaccinazione per contenere il virus". La presidente della SPOe (socialdemocratici), Pamela Rendi-Wagner ha sottolineato che "la vaccinazione obbligatoria contro il coronavirus, che nessuno di noi voleva, si è purtroppo resa necessaria".

Attualmente in Austria le persone positive al covid sono 161.372 (1.503.668 i contagiati da inizio pandemia). In totale, 13.956 le vittime, 1.062 gli attuali pazienti Covid ricoverati nei normali reparti e 193 in terapia intensiva.

Un centro di vaccinazione a Dublino. L'Irlanda rimuove da oggi la maggior parte delle misure antiCovid

Un centro di vaccinazione a Dublino. L'Irlanda rimuove da oggi la maggior parte delle misure antiCovid - Reuters


L'Irlanda va per la strada opposta: liberi tutti (o quasi)

Sempre in queste ore il vice primo ministro irlandese Leo Varadkar ha anticipato che la maggior parte delle restrizioni dovute al Covid-19 saranno tolte "dopo due lunghi anni", ma ha avvertito che la pandemia "non è finita".

L'annuncio del Taoiseach (capo del governo) Micheàl Martin arriverà stasera. "Certamente penso che l'opinione di tutto il governo sia che, se non c'è più una logica legata alla salute pubblica per una particolare restrizione, allora non c'è neanche una logica politica", ha detto Varadkar. Ieri sono stati approvati dal comitato per la gestione del Covid il ritorno a un orario normale di apertura e la fine del "pass" vaccinale per pub e ristoranti. Secondo Varadkar, però, l'allentamento delle restrizioni dovrà avvenire con una certa gradualità e sarà il governo a decidere i vari passi.

"Sono stati due anni molto lunghi", ha detto Varadkar, "Certamente non è ancora finita, ma ora siamo in una posizione molto migliore rispetto a prima e questo grazie al programma mondiale di vaccinazioni".

Anche il Regno Unito allenta le misure​

Anche i governi locali di Galles e Irlanda del Nord, dopo quanto fatto da Londra in Inghilterra, hanno alleggerito le restrizioni anti Covid nel Regno Unito a fronte dei dati molto promettenti su contagi e ospedalizzazioni e a partire da oggi entrano in vigore le nuove regole. Belfast elimina il green pass per pub e ristoranti, mentre resta solo per i grandi eventi al chiuso. Viene tolto anche l'obbligo di servizio al tavolo nonchè il numero massimo di sei commensali seduti insieme.

Ci si allinea a Londra sui giorni di isolamento per i positivi, ridotto da sette a cinque, con la fine della quarantena possibile con due tamponi negativi il quinto e sesto giorno. Mentre in Galles non ci sono più limiti al numero di persone che partecipano a eventi all'aperto, in particolare quelli sportivi. Pub e ristoranti possono operare all'aperto senza la regola di un massimo di sei persone al tavolo e il distanziamento sociale.

Resta comunque l'obbligo del green pass per gli adulti che prendono parte a grandi eventi al chiuso e all'aperto. L'approccio gallese è più cauto rispetto a quello del governo centrale e lo ha sottolineato il premier laburista, Mark Drakeford, che ha accusato il premier Boris Johnson di non rispettare le indicazioni della scienza e di andare verso una riapertura completa "per distrarre l'attenzione della gente dal terribile pasticcio" a Westminster, riferendosi al partygate e alle sue conseguenze.


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