Ortega porta fuori il Nicaragua dal Consiglio per i diritti umani

Al regime non è piaciuto l'ennesimo rapporto delle Nazioni Unite che esortava la comunità internazionale ad affrontare le violazioni compiute dal governo del dittatore e della moglie
February 27, 2025
Ortega porta fuori il Nicaragua dal Consiglio per i diritti umani
Ansa | Daniel Ortega, 79 anni: è al potere di fatto in Nicaragua dal 1985
Una cosa non si può negare del dittatore Daniel Ortega: è coerente. Perseguita la Chiesa del Nicaragua e continua a dichiararsi “profondamente cattolico”. Dichiara che la Chiesa di Roma è una "una dittatura perfetta", che è “corrotta e cattiva” e così incarcera preti e vescovi, li manda in esilio o li minaccia: tutto per proseguire ostinatamente nella sua coerenza. Al punto che, accusato di violare quotidianamente i diritti umani del suo popolo risolve il problema rimuovendolo alla radice. Non c’è però ironia nelle sue azioni o in quelle della vera “padrona” del Nicaragua, Rosario Murillo elevata al ruolo di co-presidente senza un voto. Basti guardare l’ultima uscita. Il Nicaragua ha annunciato giovedì sera che si ritirerà dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, a seguito di un rapporto delle Nazioni Unite che esortava la comunità internazionale ad affrontare le violazioni dei diritti umani da parte del governo del presidente Ortega. La “primera dama”, Rosario Murillo, ha definito la decisione "sovrana e irrevocabile", affermando che il Nicaragua cesserà di partecipare a tutte le attività legate al Consiglio dei diritti umani e ai suoi "meccanismi satellite". Il rapporto delle Nazioni Unite, pubblicato mercoledì, accusa Ortega e Murillo di aver "trasformato il Paese in uno Stato autoritario in cui non rimangono istituzioni indipendenti". Rapporto, quello delle Nazioni Unite, che la donna forte ha definito "falsità" e "calunnia".
Gli esperti delle Nazioni Unite hanno sollecitato un'azione legale contro il Nicaragua, evidenziando le violazioni dei diritti umani nel paese dell'America Latina, che secondo loro seguono modelli che sono stati precedentemente classificati come “crimini contro l'umanità”. Il governo di Ortega in passato ha già ignorato tutti i rapporti dell'Onu e dell'Organizzazione degli Stati Americani, che secondo lui fanno parte soltanto di una “campagna internazionale” contro la sua legittima conduzione del Paese centroamericano.
Il Nicaragua ha vissuto proteste antigovernative di massa nel 2018, quando la repressione del dissenso da parte di Ortega ha provocato la morte di oltre 350 persone e ha scatenato una protesta internazionale per le violazioni dei diritti. Da ultima, ma per proporzioni purtroppo collocata a livelli altissimi, la guerra dichiarata alla Chiesa cattolica. Dopo le proteste sociali e le repressioni del 2018, in cui decine di manifestanti sono stati arrestati arbitrariamente e oltre 5mila organizzazioni non governative sono state fatte chiudere, è toccato agli esponenti religiosi: proprietà requisite, arresti e violenze, i cattolici stanno subendo la persecuzione più dura nella storia del Paese. Tre vescovi sono stati espulsi, insieme a sessanta sacerdoti. In fondo la coerenza di essere “profondamente cattolico” è salva. Almeno quella.

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