Morire per Kiev? Il rischio comincia a crescere

L'accelerazione impressa da Macron ai Volenterosi scatena le ire di Mosca, ma anche dubbi e timori tra gli "alleati". E il pericolo di escalation torna a crescere
September 4, 2025
Morire per Kiev? Il rischio comincia a crescere
Reuters | Starmer. Zelensky, Macron, Tusk e Merz al telefono con Trump nel maggio scorso
Morire per Kiev? Per Parigi o per Londra? Armarsi e partire, intervenire ora con le truppe di “rassicurazione” in Ucraina nel dopo-guerra come prima Macron chiedeva ai colleghi europei di schierare i soldati della Nato a fianco di quelli ucraini? Ieri in 26 Volenterosi hanno dato il loro assenso alla creazione di una forza di rassicurazione (l’autoironia i questi casi bellici sempre si spreca). L’Italia da nulla ha fatto un passo in avanti offrendosi di addestrare truppe straniere all’uso dei missili a lunga gittata.
Di fatto però a tirare il gruppo sono sempre gli stessi: un presidente francese che lunedì prossimo si dovrebbe ritrovare senza l’ennesimo governo e con qualche richiesta in più di lasciare l’Eliseo e un premier britannico, come Keir Starmer, che tra scandali, ministri che non pagano le tasse e sondaggi in caduta libera. Due Paesi storicamente “nemici” uniti dall’istinto (per non usare altri termini) di sopravvivenza. Politica.
Anche ieri Putin è stato chiaro, chiunque metterà piede in Ucraina sarà considerato alla stregua degli ucraini: nemico da combattere. Inutile tracciare scenari, che sicuramente sarebbero ottimistici rispetto a quanto potrebbe accadere realmente.
Insomma una situazione, quella delle garanzie di sicurezza da offrire all’iperattivo Zelensky, dalle quali l’uomo della Casa Bianca si allontana sempre più. Trump costruisce al mattino e smonta alla sera qualsiasi cosa, sia a parole che nei fatti. Lasciando che la situazione di avviti e le settimane come gli ultimatum passino.
Da ultimo la situazione più indolore, quella del richiamo (indiretto) al famigerato articolo 5 del Patto Atlantico che obbliga i Paesi membri della Nato a intervenire in aiuto dell’alleato, con la scappatoia della postilla che precisa con i “mezzi” e le forme che ritengono più adeguate: in pratica dalle razioni K da far consumare ai combattenti fino alla bomba atomica. Ma gli esperti militari ricordano un altro vincolo, ben più stringente. Quello sottoscritto nel 2007 a Lisbona con il Trattato che ha ridisegnato l’architettura Ue. E prevede l’obbligo dei Paesi Ue di intervenire perentoriamente in difesa di un membro minacciato. Zelensky chiede di entrare in Europa e Putin ha detto che non ha nulla in contrario. Una soluzione, questa, che apre scenari a dir poco “nuovi”.

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