Le truppe al confine con la Finlandia, le armi a Kiev: a che punto è la guerra
Il cancelliere dopo gli scandali delle intercettazioni: «La consegna dei missili Taurus non è possibile senza la presenza di soldati tedeschi in Ucraina e questo non possiamo farlo»

«La mia posizione è inequivocabile: la consegna dei missili Taurus non è giustificabile senza la presenza di soldati tedeschi sul territorio ucraino e questo non possiamo farlo». Il cancelliere Olaf Scholz ieri in un acceso dibattito al Bundestag ha ribadito e spiegato il suo no alla consegna di missili a media e lunga gittata di produzione tedesca. «A mio modo di vedere quella dei Taurus non è una questione urgente», ha aggiunto Scholz, provocando le proteste da parte soprattutto dei deputati della Cdu che avevano presentato una mozione da sottoporre al Bundestag per prendere una decisione definitiva sulla consegna dei Taurus. «Lei cerca sempre nuove giustificazioni per aggirare il tema» ha sottolineato l’esperto di politica estera della Cdu, Norbert Röttgen, ricordando che Francia e Gran Bretagna hanno già inviato armi simili ai Taurus e anche personale militare a Kiev. Inoltre Röttgen ha rafforzato la sua posizione, aggiungendo come anche il presidente lituano Gitanas Nauseda prenda seriamente in considerazione l’ipotesi di inviare truppe in Ucraina.
Ieri alla fine la mozione della Cdu non è stata votata dalla Camera bassa del Parlamento tedesco, tutto rinviato, forse alla prossima settimana, anche perché il rischio che Scholz sia smentito e quindi messo in minoranza anche da deputati della coalizione tripartitica di governo, formata da socialdemocratici, liberali e verdi, è piuttosto concreto. L'esperta di Difesa della Fdp, Marie-Agnese Strack-Zimmermann, ieri ha ribadito di essere «pronta a sostenere la mozione cristiano-democratica» e con lei altri deputati liberali, indecisioni e confronti anche tra i Verdi: la ministra degli Esteri, Annalena Baerbock, in passato si è più volte espressa a favore della consegna di armi pesanti, missili compresi. La questione Taurus sta mettendo da giorni in seria difficoltà Scholz e l‘intero esecutivo. Ieri nel corso del dibattito nessun accenno allo scandalo intercettazioni da parte dei russi di ufficiali della Luftwaffe. È ancora in corso l’inchiesta interna della Bundeswehr, ordinata dal ministero della Difesa. I militari intercettati dai russi sarebbero due, coinvolto anche il generale della Luftwaffe, Ingo Gerhartz, che, come un altro ufficiale in collegamento da Singapore, avrebbe partecipato alla videoconferenza attraverso canali aperti e un cellulare facilmente intercettabile. Il generale e l’ufficiale nel corso della conversazione, risalente alla fine di febbraio, si erano detti favorevoli alla consegna dei missili di produzione tedesca all’esercito ucraino. Sulla vicenda dei Taurus ieri è anche intervenuto il presidente russo Vladimir Putin, in attesa della sua scontata rielezione domenica alla guida del Cremlino per oltre un quarto di secolo. In una lunga intervista alla tv pubblica russa ha confermato ancora una volta come Mosca non escludea l’utilizzo di armi atomiche: «Sappiamo che Kiev utilizza missili britannici ed americani, attendiamo cosa decidono i tedeschi. Noi abbiamo le nostre armi e queste esistono per essere utilizzate». Secondo Putin l’opposizione parlamentare in Germania, quindi l’Unione Cdu/Csu, sembra molto «più aggressiva del governo tedesco. Stanno delirando, vogliono intimidirci».
Poi il capo del Cremlino ha criticato l‘adesione della Finlandia e della Svezia alla Nato: «Questo è un passo assolutamente privo di significato dal punto di vista della tutela degli interessi nazionali». Poi ancora una pesante minaccia, peraltro non nuova neqanche questa ma dal sapore prettamente elettorale: «Non avevamo truppe lì al confine finlandese, ora ci saranno. Non c'erano sistemi di distruzione lì, ora appariranno».
Lo “zar”, a poche ore dal voto in Russia, secondo analisti tedeschi, è apparso molto più deciso del solito nelle sue esternazioni perché teme che l’Ucraina voglia entrare a gamba tesa sul voto con qualche atto «clamoroso» in territorio russo. Ieri però è arrivata anche una risposta importante dalla Ue: i rappresentanti permanenti all'Ue (Coreper) hanno approvato la Ukraine Assistance Facility (Uaf) per fornire aiuti militari urgenti a Kiev nel 2024 per 5 miliardi di euro.
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