La rabbia di Francia: centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza

Un milione per i sindacati, la metà per la polizia, i cittadini mobilitati contro le misure economiche del governo appena insediato di Lecornu. Oltre 250 i cortei e 180 fermi
September 17, 2025
La rabbia di Francia: centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza
. | La protesta ha paralizzato l’intero Paese: a Parigi il corteo ha attraversato i luoghi simbolo. Solo in serata gruppi di black bloc hanno colpito nella capitale
Un neopremier 39enne solo, in affanno nell’arruolare una squadra di governo che si fa attendere. Dietro di lui, un capo dell’Eliseo silenzioso, incastrato in una voragine d’impopolarità record. Ma attorno al tandem in stallo composto da Sébastien Lecornu e dal presidente Emmanuel Macron, un vortice protestatario che avanza in tutta la Francia, come si è visto ieri nel corso di una nuova giornata nazionale di scioperi, non solo nei trasporti, e agitazioni sindacali che ha dato luogo ad oltre 250 cortei. «Un avvertimento molto chiaro al governo», per le grandi sigle confederali, all’origine della giornata.
Il pomo della discordia resta la giustizia sociale e fiscale: ovvero, chi sopporterà i “sacrifici” per i tagli inediti nella spesa pubblica e nel welfare. Lo stesso tema scottante è già costato il posto al premier uscente centrista François Bayrou, il cui piano prevedeva 44 miliardi di economie nella prossima legge finanziaria. Misure su cui Lecornu ha già cominciato a fare dietrofront.
Come in passato, ieri, pure una battaglia di cifre: per le autorità, i manifestanti erano in tutto 506mila, di cui 55mila a Parigi, contro il milione rivendicato dalla Cgt, seconda confederazione più rappresentativa. Non pochi i riferimenti all’ex movimento dei ‘gilet gialli’, che paralizzò il Paese a partire dall’autunno 2018. “Sorvegliati speciali’” dall’inizio alla fine, tanto gli estremisti violenti mescolati ai cortei, quanto le stesse forze dell’ordine. Più di 180 gli arresti, con 22 feriti, fra cui 11 agenti e un giornalista. Gli scontri più intensi hanno riguardato Lione, poi Parigi, a fine corteo, attorno a Nation. Rispetto ai timori della vigilia, il teppismo dei casseurs è stato contenuto, anche se c’è chi ha preso di mira pure grattacieli direzionali e banche.
A Marsiglia, la Prefettura di polizia ha assicurato di «studiare» le immagini, ampiamente diffuse in giornata sui social, su un poliziotto sorpreso mentre dà un calcio a una giovane manifestante isolata, già a terra, poi ancora ripetutamente strattonata. A livello simbolico, tanti hanno additato pure il dispiegamento di ben 24 “Centaure”, i nuovi blindati mastodontici dei gendarmi, voluti per le strade dal ministro dell’Interno dimissionario Bruno Retailleau. Un totale eccezionale di mezzi volto a «gettare olio sul fuoco», ha denunciato fin dal mattino Sophie Binet, leader sindacale della Cgt.
Dappertutto, si sono visti nei cortei anche tanti studenti, nel quadro di una mobilitazione che dura da settimane: ieri, secondo una delle principali sigle studentesche, L’Union étudiante, sono state occupate 14 facoltà, accanto a 75 licei, con agitazioni nel 60% delle università e un totale di 110mila giovani scesi in piazza. In proposito, tanti gli striscioni dedicati al futuro dei giovani, considerati spesso come la prima ‘generazione sacrificata’ dalla gestione controversa della spesa pubblica, che ha portato al più forte indebitamento nazionale, in valore assoluto, dell’Unione Europea. Alle proteste, si sono sommate anche diverse rivendicazioni corporative, come quelle dei farmacisti. Nei cortei, tanti pure i riferimenti alla cosiddetta “tassa Zucman” rivendicata dalla sinistra radicale, ovvero un 2% eccezionale prelevato sugli averi dei cosiddetti “ultraricchi” dotati di un patrimonio superiore ai 100 milioni di euro. Una misura alla quale l’ex premier Bayrou si era opposto, paventando una recrudescenza di esili fiscali.

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