In Brasile è scoppiata la psicosi da intossicazione da metanolo
Due i morti accertati, altri 12 casi confermati e centinaia di casi sospetti soprattutto a San Paolo

In Brasile è scoppiata la psicosi della caipirinha, anzi per essere più precisi della caipiroska, dato che sembra che all’origine delle intossicazioni da metanolo che hanno provocato 2 morti accertate dal ministero della Salute, altri 12 casi confermati e centinaia di casi sospetti soprattutto a San Paolo ma un po’ in tutto il Paese, ci sia una partita di vodka falsificata. Le morti confermate sono state registrate nello stesso quartiere di San Paolo, la Mooca, popolato un secolo fa dagli immigrati italiani e oggi in balia del degrado post-industriale e della povertà.
Casi del genere accadono periodicamente nel mondo (nello stesso Brasile ci sono due precedenti negli anni ’90) e sono da collegare al mercato clandestino, che immette sul mercato super alcolici prodotti senza rispettare i processi di distillazione, che sono invece fondamentali al fine di espellere dalle bevande il metanolo, sostanza altamente tossica per l’organismo umano perché distrugge il fegato trasformandosi in acido formico. La criminalità organizzata brasiliana – come del resto quella di qualsiasi Paese - gestisce ogni tipo di attività che possa produrre una rendita facile, compreso il baracchino in spiaggia dove non a caso una caipirinha può costare solo 12 reais (2 euro!) anziché i convenzionali 30 o 40. Questo perché appunto usa distillati non certificati, e per un cliente è letteralmente impossibile farci caso, essendo il metanolo inodore e incolore.
Ora però in televisione e sui giornali non si parla d’altro e i consumatori ci fanno caso eccome, al punto che di colpo è diventato praticamente impossibile vedere persone nei bar con un drink in mano, che sia la tradizionale caipirinha - considerata in Brasile monumento nazionale al pari del samba, del carnevale e del calcio - o qualsiasi altra bevanda basata in distillati. «La gente ha paura – conferma Andrea, che insieme a tre soci, veneti come lui, gestisce il bar pizzeria Ombra a San Paolo -, il consumo di drink è calato vertiginosamente. Continuiamo a vendere birra e vino tranquillamente, ma negli ultimi giorni la frequentazione si è abbassata molto. Noi facciamo tutto a regola ma i clienti comprensibilmente non si fidano». Nemmeno di uno spritz, a quanto pare.
In questi giorni le autorità stanno intensificando i controlli su tutta la filiera: dalle case di produzione ai rivenditori fino ai bar, perché non è ancora chiaro esattamente chi abbia falsificato cosa. Al momento sotto i riflettori è finita la vodka, ma si sospetta che dalle indagini possa emergere altro, anche perché i casi – quasi tutti da confermare – stanno aumentando di ora in ora, a macchia di leopardo in tutto il Brasile. Questo preoccupa perché il Brasile non è affatto un Paese dove si beve con moderazione. Secondo l’Organizzazione mondiale per la Salute, il consumo di alcol è superiore alla media globale e tende ad aumentare: se nel mondo il 7,5% delle persone fa un consumo eccessivo di alcolici, in Brasile la percentuale è del 12,5%. Addirittura uno studio della Fondazione Oswaldo Cruz sostiene che in Brasile muoiano per cause legate a vario titolo all’alcol 12 persone ogni ora. Anche senza metanolo.
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