Il Super Tuesday Usa incorona (ancora) Trump e Biden
Vittoria facile per i due rivali anche se l'ex presidente ha dovuto "cedere" il Vermont a Nikki Haley, che oggi annuncerà il ritiro. Dopo 4 anni si rinnoverà la sfida

Uno dalla Casa Bianca, l’altro dalla sua residenza di Mar-a-Lago in Florida, i due futuri sfidanti per la corsa alla presidenza americano hanno assistito fino alla fine, nella notte, lo spoglio delle schede della più grande tornata elettorale delle primarie Usa.
Ma non c’è stata vera suspence. Il Super Tuesday si è concluso in larga parte come previsto, confermando il primato assoluto dei due principali candidati dei partiti repubblicano e democratico.
Sia Donald Trump che Joe Biden hanno infatti messo in tasca facilmente una vittoria dopo l’altra nei 15 Stati più un territorio americano che si sono recati alle urne. Ma entrambi hanno subito una sconfitta, più simbolica che significativa. Trump ha dovuto concedere alla rivale Nikki Haley il piccolo Vermont, dove l'ex governatrice è prevalsa di un soffio. Nonostante il "successo" - il primo vero Stato portato a casa dalla 52enne, dopo la vittoria di domenica nella capitale Washington - Haley annuncerà già oggi l'abbandono della corsa presidenziale.E Biden ha perso nelle minuscole isole Samoa americane, dove è stato battuto da Jason Palmer, il candidato "invisibile" di queste primarie che qui ha ottenuto il 56 per cento dei 91 voti espressi, equivalenti a 51. Palmer è un imprenditore che ha lavorato alla Microsoft di Bill Gates.
Anche se formalmente le primarie continueranno fino a giugno, entrambi i candidati se le sono già messe alle spalle come una pura formalità e hanno rivolto la loro attenzione all’opponente dell’altro partito e alla campagna per le elezioni generali di novembre.
Fra gli Stati dove le urne erano aperte ieri e dove era in palio un terzo dei delegati che si recheranno alle convention (una a luglio e l’altra ad agosto) c’erano anche pesi massimi come la California, il Texas, la Carolina del Nord e la Virginia.
Ma non c’è stata vera suspence. Il Super Tuesday si è concluso in larga parte come previsto, confermando il primato assoluto dei due principali candidati dei partiti repubblicano e democratico.
Sia Donald Trump che Joe Biden hanno infatti messo in tasca facilmente una vittoria dopo l’altra nei 15 Stati più un territorio americano che si sono recati alle urne. Ma entrambi hanno subito una sconfitta, più simbolica che significativa. Trump ha dovuto concedere alla rivale Nikki Haley il piccolo Vermont, dove l'ex governatrice è prevalsa di un soffio. Nonostante il "successo" - il primo vero Stato portato a casa dalla 52enne, dopo la vittoria di domenica nella capitale Washington - Haley annuncerà già oggi l'abbandono della corsa presidenziale.E Biden ha perso nelle minuscole isole Samoa americane, dove è stato battuto da Jason Palmer, il candidato "invisibile" di queste primarie che qui ha ottenuto il 56 per cento dei 91 voti espressi, equivalenti a 51. Palmer è un imprenditore che ha lavorato alla Microsoft di Bill Gates.
Anche se formalmente le primarie continueranno fino a giugno, entrambi i candidati se le sono già messe alle spalle come una pura formalità e hanno rivolto la loro attenzione all’opponente dell’altro partito e alla campagna per le elezioni generali di novembre.
Fra gli Stati dove le urne erano aperte ieri e dove era in palio un terzo dei delegati che si recheranno alle convention (una a luglio e l’altra ad agosto) c’erano anche pesi massimi come la California, il Texas, la Carolina del Nord e la Virginia.
Il duello (verbale) tra i due sfidanti è subito ripreso. "Abbiamo fatto una cosa che nessuno avevo fatto prima nella storia", ha proclamata Trump davanti ai suoi sostenitori. Sull'altro fronte, Biden ha attaccato l'avversario: Donald Trump è "determinato a distruggere" la democrazia americana, "a strappare le libertà fondamentali come la possibilità per le donne di prendere le proprie decisioni in materia sanitaria, e ad approvare un altro giro di miliardi di dollari in tagli fiscali per i ricchi - e farà o dirà qualsiasi cosa per mettersi al potere".
Intanto l'ex first lady americana Michelle Obama ha smentito le ipotesi secondo cui avrebbe avuto intenzione di candidarsi alla Casa Bianca oscurando l'attuale presidente democratico, Joe Biden. "La signora Obama sostiene il presidente Joe Biden e la vicepresidente Kamala Harris", ha affermato la direttrice delle comunicazioni del suo gabinetto, Crystal Carson, in una dichiarazione diffusa da NBC News. La portavoce ha ribadito che "come ha già detto più volte, l'ex first lady Michelle Obama non si candiderà alla presidenza". Secondo fonti vicine alla moglie dell'ex presidente Barack, la sua intenzione è invece quella di sostenere la campagna di Biden, come fece quattro anni fa. Il chiarimento arriva dopo che alcuni eletti repubblicani, tra cui la deputata della Georgia Marjorie Taylor Greene e il senatore del Texas Ted Cruz, avevano affermato che l'ex first lady potrebbe sostituire Biden nelle elezioni di novembre.
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