Ecco i motivi per cui Trump a Londra ha avuto un'accoglienza regale
Il presidente Usa trattato come un re da Carlo può garantire sconti sui dazi e affari al traballante governo. Oggi vertice con Starmer, che poi potrebbe chiedere però il riconoscimento della Palestina

Regale e solenne, ma anche protetta dalle proteste e da potenziali incidenti diplomatici, la seconda visita di Stato di Donald Trump nel Regno Unito cominciata mercoledì offre a entrambe le parti l’opportunità di portare a casa i risultati sperati.
Per il presidente Usa, di madre scozzese, ossessionato fin da piccolo dalla famiglia reale britannica, è il senso di far parte della “regalità e del glamour” della dinastia Windsor (come scrisse lui stesso in "The art of the deal") e la soddisfazione di essere accolto come un sovrano. Oltre, naturalmente, alla possibilità di concludere affari lucrativi: durante la visita, che procede anche oggi, dovrebbero essere annunciati accordi pubblico-privati per 10 miliardi di dollari, che si sommano all’intesa tecnologica da 42 miliardi siglata alla vigilia. Per Londra, in particolare per il premier Keir Starmer, la priorità dei colloqui di oggi, anche questi lontano dalla capitale, nella residenza Chequers, è concretizzare gli impegni di massima presi nell'accordo commerciale di maggio, quando il Regno Unito divenne il primo Paese a strappare alla Casa Bianca alcune eccezioni a tariffe punitive. Uno dei punti chiave del patto riguardava i dazi sull’acciaio e sull’alluminio e il Regno Unito è ansioso di vederli ridotti a zero, come promesso nel progetto originale del patto. E su questo capitolo Trump sembra aperto: mentre saliva sull’Air Force One, ha detto di essere «intenzionato ad aiutare» Londra a perfezionare l’intesa. Un successo su quel fronte per il governo britannico rappresenterebbe un’iniezione di fiducia per la leadership laburista, che sta affrontando crescenti sfide sul fronte interno.
Nelle ultime due settimane, la vicepremier e stretta alleata di Starmer, Angela Rayner, si è dimessa dopo uno scandalo fiscale, innescando un vigoroso rimpasto di governo. In seguito, il premier ha licenziato l'ambasciatore negli Stati Uniti, Peter Mandelson, a causa dei suoi legami con il finanziere Jeffrey Epstein. Starmer, indebolito pure da un piano sull’immigrazione che decolla, vuole anche prevenire una reazione esplosiva e possibili ritorsioni di Trump la prossima settimana quando riconoscerà la Palestina all’Onu. Non sorprende allora che Londra abbia steso il tappeto rosso per Trump, l'unico capo di Stato a essere stato invitato per due visite di ufficiali: la prima nel 2019 e quella attuale. Mentre migliaia di persone manifestavano nel centro di Londra esprimendo frustrazione per gli attacchi al clima di Trump e il suo sostegno per il genocidio a Gaza, accusandolo di razzismo e fascismo, il presidente Usa e la Fist lady Melania passavano la giornata ospiti dei reali nel castello di Windsor, con una sosta alla tomba di Elisabetta, una parata in loro onore, un pranzo privato con re Carlo e Camilla e una visita alla mostra dedicata alla “relazione speciale” fra Londra e Washington. C’è da chiedersi se anche questa volta, come raccontò di aver fatto nel 2019, Trump abbia ripetuto a Melania: «Riesci a immaginare mia madre che vede questa scena?».
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