Paura o calcolo in quei «grandi» che non sanno dire «cristiani»

Pur di non dire semplicemente di vittime “cristiane” si dice di vittime tra gli “adoratori della Pasqua” (espressione che in inglese suona meglio che in italiano). Incredulità e dolore si mescolano
April 23, 2019
Paura o calcolo in quei «grandi» che non sanno dire «cristiani»
Caro direttore,
facciamo così paura noi cristiani? Parlo dei tweet di Barack Obama e di Hillary Clinton che usano una forma “politicamente corretta” per parlare dei tanti morti nello Sri Lanka. È delirante. Un cordiale saluto
Marco Sostegni, Vinci
Caro amico, ci siamo battuti per anni – in assoluta solitudine, nel panorama della stampa quotidiana italiana – contro quel “tic” para-ideologico che lei definisce “politicamente corretto” ovvero la sistematica (e insultante in se stessa) rimozione della parola “cristiano” da ogni documento o commento formulato in reazione agli atti di terrorismo anti-cristiano compiuto da estremisti religiosi di altra fede, quasi sempre jihadisti islamici. Alla fine abbiamo finalmente potuto registrare la rottura di questo assurdo “muro” lessicale e simbolico almeno a livello di Unione Europea grazie all’iniziativa assunta dall’allora ministro degli Esteri italiano Franco Frattini. Oltreoceano, a quanto abbiamo dovuto constatare in questi giorni, il “tic” invece persiste e si aggrava. Pur di non dire semplicemente di vittime “cristiane” si dice di vittime tra gli “adoratori della Pasqua” (espressione che in inglese suona meglio che in italiano). Incredulità e dolore si mescolano e sono più che giustificati. Non ho risposta, caso amico, alla sua domanda. Non mi interessa poi molto capire se due (ex) “grandi” del mondo come Obama e la signora Clinton non dicano la pura e semplice verità per paura o, aggiungo io, per calcolo o abitudine, ma ho pietà per questa politica senza chiarezza. Un’altra pietà, che nulla ha a che vedere con quella per i martiri di Pasqua nello Sri Lanka.

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