La morte sconvolta

Un malcostume dilagante ha spinto sostenitori dell'eutanasia a profanare la morte di Dino Bettamin arruolandolo come involontario testimonial della loro campagna mediatica, culturale e politica
February 15, 2017
La morte sconvolta
Una deformazione deliberata e spicciativa, funzionale ad asserire che «la realtà è più avanti delle nostre leggi»... Mentre la realtà semplicemente chiede di essere letta per ciò che davvero racconta, e non con la lente di quello che si vuole dimostrare, senza fermarsi neppure davanti alla morte di un essere umano.
Malgrado i fatti fossero ormai chiari, e numerosi medici smentissero ogni ipotesi eutanasica nella scelta del signor Dino, molti sono andati avanti ancora ieri, imperterriti, a parlare di 'dolce morte' facendo capire che sarebbe stata la sedazione e non la Sla la causa del decesso. Si è omesso di annotare che il paziente era terminale e non aveva chiesto di interrompere la respirazione assistita, come invece volle Piergiorgio Welby, che da dirigente radicale decise di usare il proprio corpo prigioniero della distrofia muscolare come strumento di una libera e dolorosa battaglia politica, fino alla morte procurata. Anche sul corpo del signor Dino da Montebelluna è stata compiuta un’operazione politica. Si è fatta calare nel dibattito pubblico una nebbia concettuale e informativa originata da una ingiustificabile confusione sui termini che, a ben vedere, suonano persino offensivi: adombrare una volontà di morire in un uomo che chiedeva solo di andarsene senza soffrire è un affronto alla sua dignità e alla memoria che lascia. Non chiedeva la morte, ma solo un ultimo metro di vita piena, libera dal dolore. Come i pazienti che non reclamano il 'diritto di morire', ma più terapie, più attenzione, più cure palliative, più supporto non solo sanitario, più sostegno alla loro famiglia.
In Italia esiste già un grande diritto, il «diritto del cittadino ad accedere alle cure palliative e alla terapia del dolore»: sta scritto da sette anni all’articolo 1, primo comma, della legge 38, approvata all’unanimità dalle Camere, forse la legge più civile del mondo in materia. Ora si finge di non conoscerla per reclamare altro. L’eutanasia? Lo si dica apertamente, ma lasciando in pace Dino Bettamin e quanti, come lui, stanno percorrendo l’ultimo, umanissimo tratto del loro cammino.

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