A caccia di Interferenze, tra scienza e spiritualità

Dal 17 ottobre ogni venerdì la nuova rubrica di Gabriella Greison. Dove la scienza non cancella il bisogno di senso, e dove la spiritualità non ha paura delle formule.
October 10, 2025
A caccia di Interferenze, tra scienza e spiritualità
Si chiamerà Interferenze, e già nel nome c’è il senso di ciò che voglio raccontare. La rubrica che da venerdì prossimo ci accompagnerà ogni settimana nasce come un esperimento. O forse meglio come un viaggio personale che diventa condiviso. 
In fisica, l’interferenza è un fenomeno affascinante: due onde — di luce, di suono, di materia — si incontrano e si sovrappongono. Da quell’incontro nasce un disegno nuovo, fatto di zone di rinforzo e zone di cancellazione, luci più intense e spazi di buio. Non è solo un effetto ottico: è una legge dell’universo. Ogni volta che due fenomeni entrano in contatto, la realtà si ridisegna. Non esiste più la singola onda, esiste l’insieme, il risultato dell’intreccio.
Ma “interferenza” è una parola che usiamo anche nella vita di tutti i giorni. Interferire significa “intromettersi”, disturbare una linea retta, cambiare il corso delle cose. A volte l’interferenza ci infastidisce, perché ci spezza il ritmo, ci obbliga a una deviazione non voluta. Altre volte, invece, l’interferenza diventa l’occasione per trovare una strada diversa, un imprevisto che apre possibilità nuove. In fondo, se ci pensiamo, le nostre vite sono fatte di interferenze: persone che incontriamo per caso, parole che ci restano dentro, eventi che non avevamo previsto e che invece ci trasformano.
Ecco allora il senso di questa rubrica: unire i due significati, quello fisico e quello esistenziale. In queste pagine proverò a mettere in contatto due onde che abitualmente sembrano lontane — la fisica e la spiritualità — per vedere che figura nuova nascerà dalla loro sovrapposizione. Come due onde di luce che si incontrano, come due vite che si incrociano.
La fisica, con la sua precisione e la sua capacità di misurare, non è mai solo numeri e formule. È un linguaggio che ci permette di parlare dell’universo, della sua immensità, e quindi anche del mistero che lo abita. E la spiritualità, intesa non come dottrina, ma come ricerca interiore, ha lo stesso scopo: tentare di dare senso a ciò che ci trascende. Einstein lo diceva con chiarezza: la sensazione del mistero è la più bella che possiamo provare, ed è la sorgente non solo della scienza autentica, ma anche dell’arte e di ogni forma di creatività.
Interferenze sarà allora il luogo dove queste due immensità si sfiorano: dove la scienza non cancella il bisogno di senso, e dove la spiritualità non ha paura delle formule. Un luogo dove precisione e poesia si incontrano, senza che nessuna delle due debba arretrare.
Ogni settimana proveremo a camminare tra storie di scienziati e riflessioni personali, tra dati sperimentali e interrogativi interiori, cercando in quel punto di contatto che chiamo interferenza.
E alla fine, lo ammetto, questa rubrica è anche e soprattutto una mia ricerca. Perché ogni cosa che faccio, ogni spettacolo, ogni viaggio negli archivi, ogni pagina che scrivo dei miei libri, non è mai solo uno sguardo sul mondo esterno: è sempre, inevitabilmente, uno sguardo su di me. Con Interferenze non cercherò solo di raccontare come la fisica possa incontrare la spiritualità: cercherò di capire come io stessa possa incontrare entrambe. Perché è lì che abita il mio mistero più grande.
Non cerco risposte definitive, perché so che non esistono; cerco piuttosto domande più profonde, che mi portino un po’ più in là di dove ero prima. La fisica mi dà gli strumenti per guardare il mondo fuori di me, la spiritualità mi aiuta a guardare dentro di me. E nel punto in cui le due direzioni si incontrano — fuori e dentro, universo e io stessa — lì si accende la mia ricerca. Forse non troverò mai l’approdo, ma è proprio questo il senso: continuare a camminare, continuare a cercare, continuare a lasciarmi sorprendere dalle interferenze che la vita mi mette davanti.
Ci leggiamo la prossima settimana con la prima puntata di Interferenza: perché ogni tanto basta cambiare prospettiva per scoprire che la realtà risplende di più.

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