Ex Ilva, sciopero e occupazione a Genova
di Redazione
Pochi minuti d'assemblea nel capoluogo ligure e poi la decisione di muoversi in corteo. Blocchi e proteste in città. I sindacatI: mille posti a rischio, situazione al capolinea. Il ministro Urso: non c'è alcun aumento della cassa integrazione

È durata pochi minuti l'assemblea dei lavoratori dell'ex Ilva a Genova in sciopero che hanno scelto di occupare lo stabilimento e la strada della mobilitazione per protestare «contro il blocco degli impianti del nord e il piano che prevede l'aumento della cassa integrazione straordinaria fino a 6mila unità».
I lavoratori con i mezzi si sono mossi in corteo verso la stazione ferroviaria di Genova Cornigliano, dove si sta tenendo un presidio ad oltranza. Immediato il blocco di alcune strade, con l'utilizzo di mezzi da cantiere. «Sono mille i posti di lavoro a rischio a Genova» hanno denunciato i sindacati. Per il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, «la situazione dell'Ilva è arrivata a capolinea. Dietro ci sono tanti lavoratori, tante comunità e noi continueremo a insistere per evitare una conclusione drammatica».
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, nel frattempo ha ripetuto che «non c'è alcun aumento della cassa integrazione», ma piuttosto «un forte, significativo investimento sulla formazione con l'intenzione di concentrare le risorse proprio sulla manutenzione degli impianti ai fini della maggiore tutela, come doveroso, dei nostri lavoratori».
«Sono estremamente preoccupata per lo stallo totale che si sta verificando sulla vertenza ex Ilva, con un migliaio di lavoratori e di famiglie genovesi che rischiano seriamente di perdere salario e impiego e una città e un Paese che rischiano di perdere uno dei principali asset di sviluppo economico e industriale» ha detto la sindaca di Genova, Silvia Salis, intervenendo sullo sciopero e sulle manifestazioni dei lavoratori.
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