sabato 22 settembre 2018
Stabilimento nuovo. La produzione di pizze raddoppierà
Un anno fa la fabbrica in fiamme, ora la rinascita
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L’incendio era ancora in corso quando Edoardo Roncadin, il titolare, se ne uscì dicendo: «Torneremo subito al lavoro. Se sarà necessario lavorare giorno e notte, sabato e domenica, lo faremo. Ci rialzeremo». I lavoratori e le loro famiglie, un anno dopo, oggi saranno in fabbrica a festeggiare la rinascita. La Roncadin, fondata nel 1992 a Meduno, in provincia di Pordenone, è la regina mondiale della pizza italiana di qualità, quella surgelata in particolare. Oggi in azienda lavorano oltre 500 persone e il fatturato 2017 è stato di 108 milioni di euro. Pizze e snack sono realizzati con un esclusivo metodo brevettato e con l’impiego del 100% di energia sostenibile. Un anno fa andavano in fumo, nell’arco di poche ore, 6mila metri quadri di stabilimento e quattro linee produttive su sei. In 12 mesi è nato un nuovo stabilimento. «A ricostruzione completata ed entro un quinquennio – spiega l’amministratore delegato Dario Roncadin – il nostro obiettivo è di arrivare a raddoppiare, raggiungendo circa 200 milioni di euro di fatturato e di produrre 1 milione di pizze al giorno». Il merito? Roncadin non ha dubbi: è della collaborazione che abbiamo saputo creare, prima di tutto con i nostri dipendenti e poi con tutta la comunità, che ci ha permesso, in così poco tempo, di rinascere più forti di prima. «Questo open day è quindi anche un ringraziamento a chi ci ha aiutato e sostenuto».

La linea numero 7, che a pieno regime potrà sfornare fino a 150mila pizze al giorno, è la prima di quelle costruite per sostituire le linee 1, 2, 3 e 4 colpite dall’incendio. Entro fine anno sarà pronta anche la linea numero 8, quindi nuove opportunità di lavoro. Non basta, i Roncadin stanno immaginando la linea numero 9. «In questi mesi abbiamo rivoluzionato tutto, anche la parte che si è salvata: flussi, modalità operative, organizzazione – spiega Dario Roncadin –. La ricostruzione ci ha portati a rivedere l’intero layout aziendale, tenendo conto delle ultime innovazioni in fatto di tecnologia, sicurezza, ergonomia e sostenibilità ambientale». Ed ecco la sorpresa: «Il lavoro visibile. Già dall’anno prossimo, uno stabilimento visitabile dal pubblico, secondo un progetto di turismo industriale che mira ad aumentare l’attrattività del nostro territorio». Per recuperare l’attività dalle ceneri, i dipendenti hanno lavorato anche 7 giorni su 7. E poi i vigili del fuoco, le 60 imprese che sono state mobi-litate nella ricostruzione. «Abbiamo raccolto una solidarietà che non ci immaginavamo da tutta Italia e dal mondo, ma è stata ovviamente la nostra zona a mobilitarsi di più – dichiara sempre Roncadin –. C’è stato un vero e proprio lavoro di squadra per salvaguardare ciò che la nostra azienda rappresenta, nella zona pedemontana, in termini di sviluppo economico e occupazione, direttamente e tramite l’indotto». Quest’estate è finito in archivio il procedimento giudiziario relativo alle assicurazioni; escluso il dolo, si è sbloccata in tempi brevissimi la somma destinata a Roncadin. «Una vera e propria boccata d’ossigeno – la definisce l’amministratore delegato – che ci permette di continuare nell’opera di ricostruzione con maggiore sicurezza e serenità».

C’era il timore che proprio questo aspetto frenasse la rigenerazione. Roncadin ringrazia anche le assicurazioni. «Italiana Assicurazioni da sempre sostiene lo sviluppo imprenditoriale delle imprese che generano valore e contribuiscono alla crescita del nostro Paese – dichiara il direttore generale Roberto Laganà –. Siamo perciò molto orgogliosi di aver dato il nostro supporto, in un momento di grande difficoltà, a Roncadin, un’azienda friulana solida e determinante per l’economia del proprio territorio, che ha dovuto affrontare un sinistro davvero ingente in grado di compromettere produzione e numerosi posti di lavoro».

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