lunedì 2 ottobre 2023
Per i pupazzetti di plastica, concorrenti della Lego, dopo due anni di bilancio in rosso arrivano gli esuberi
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La società madre di Playmobil taglierà circa 700 posti di lavoro in tutto il mondo, di cui circa 370 in Germania. Lo ha annunciato oggi il gruppo tedesco Horst Brandstätter a Zirndorf, con sede vicino a Norimberga. I tagli ai posti di lavoro rappresentano una quota del 17% a livello mondiale e del 16% della forza lavoro totale in Germania dove a conti fatti verrà tagliato un sesto dei dipendenti.

Un portavoce dell’azienda ha dichiarato: “La direzione dell’azienda ha deciso questo dopo aver completato un’indagine approfondita in tutte le aree dell’attività e tenendo conto dello sviluppo dell’attività e delle attuali sfide economiche”. La società madre Playmobil ha registrato perdite di fatturato e di profitti negli ultimi due anni finanziari. Venerdì era stata annunciata l'esternalizzazione della costruzione degli stampi per produrre parti dei Playmobil con un taglio di 74 posti di lavoro. L’azienda ha spiegato che la produzione di stampi non è più una delle competenze principali e ha perso la sua importanza.

La linea Playmobil debuttò nel 1974. L'azienda tedesca già produceva giocattoli in plastica relativamente voluminosi ma a fronte dell'aumento del prezzo della materia prima decise di diminuirne le dimensioni. Hans Beck, direttore di produzione, ebbe l'idea di creare una linea di pupazzetti, provvisti di accessori, che fece provare ai suoi nipotini. I primissimi personaggi della grande famiglia Playmobil furono l’indiano, l’operaio e il cavaliere che furono presentati in anteprima al Salone internazionale del giocattolo di Norimberga. La prima serie era formata da personaggi di genere maschile mentre le figure femminili furono introdotte nel 1976. Oggi, con 700 dipendenti, produce circa 75 milioni di pezzi ogni anno ma la concorrenza di un colosso come Lego ha avuto effetti negativi sulle vendite. Dopo quella di Norimberga la fabbrica più grande si trova a Malta.

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